Ci sono delle volte in cui, davvero, devi essere tu a non saperti spiegare.
Si, perché mica è facile destrutturare il proprio pensiero e trasmetterlo ad altri.
Non parlo di capacità comunicative: parlo e scrivo - mi dicono - assai bene.
E lo faccio anche di mestiere. Oltre che ad aver studiato - e a continuare a studiare - proprio ed esattamente quello.
Cioè come comunicare in maniera efficace e pertinente. Quindi.
E' che a volte non ci sono contenuti da passare. Ma solo rappresentazioni mentali.
E quelle mica è lo stesso che recensire l'ultimo film di Pupi Avati.
Quelle sono incastonate nella nostra mente (intesa proprio com'è da intendersi in psicologia cognitiva).
E dunque bloccate all'interno di moduli inaccessibili alla coscienza, chiusi al livello personale.
Se ci pensate bene è terribile, e allo stesso tempo magnifico, esaltante: la nostra mente, secondo gli psicologi cognitivi(sti) o almeno una certa scuola (quella che sostiene la modularità massiva) è architettata come un sistema semiscomponibile di moduli specifici per dominio e sostanzialmente autonomi. Oltre che incapsulati.
Cioè, veloci, frugali ed efficienti per la nostra vita - sarebbero darwiniani, cioè frutto della nostra evoluzione.
Ma isolati, chiusi ed inaccessibili - oltre che inenarrabili - a noi stessi.
Che li portiamo - conretamente - in testa. Oltre quella zucca bianca.
21.11.05
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1 hanno detto la loro:
Capiso la dimensione comunicativa a cui alludi.
Il problema è che difficilmente troverai una persona pronta a sospendere il giudizio su questo particolare atto comunicativo.
- bla bla "rappresentazione mentale" bla
-Ma che stai dicendo?!
-Appunto
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