25.6.06

L'insostenibile leggerezza del tifare


Un'immagine dei famigerati "caroselli" di auto al centro di Roma, nei giorni scorsi Posted by Picasa

Che poi uno rischia di fare sempre la figura del "gufo", del guastafeste. Del cacacazzi, insomma.
E io, per carità, non voglio mica farla. Ci mancherebbe. Lo dico subito: Forza Italia! (Ehm...non fraintendiamoci, mi raccomando...).

Però c'è una cosa, in questi giorni di - fortunatamente - vittorie ed attese per la Nazionale italiana, che proprio non capisco (o meglio, la capisco eccome ma la spiegazione mi pare davvero assai deprimente).

L'esultanza spropositata che ha seguito ognuna delle due vittorie - in particolare quella, importante, contro la Repubblica Ceca di giovedì scorso - dell'Italia: auto, moto, gente in strada, bandiere su tutti i balconi, caos, trombe, trombette, casino.

Assurdo.

Le riflessioni sono due.

Sul piano sportivo c'è poco da esultare: la qualificazione agli ottavi di finale era il minimo che una Nazionale come la nostra dovesse garantire.

In secondo luogo, mi preoccupa davvero questo sovraccarico emozionale attribuito al Calcio italiano.

Per carità, lo sappiamo tuti molto bene: sotto tutti i punti di vista il gioco del calcio - e in particolare la squadra Nazionale di una qualsivoglia Paperopoli - è anzitutto strumento di aggregazione e di livellazione delle differenze che fanno bollire ogni nazione. Insomma: la Nazionale sevre a pacificare, affratellare, sedare e placare etc. etc.
Va bene, ce lo insegnano tutti: dagli antropologi a Marco Mazzocchi.

Però rimane un fatto inquietante: se mezza nazione scende in piazza dopo una difficilissima vittoria alla prima (p r i m a!) partita del mondiale contro il Ghana e poi replica per una "dovuta" qualificazione agli ottavi (o t t a v i!) di finale come se l'Italia avesse vinto i mondiali, qualche squilibrio c'è. Accidenti se c'è.

La mia spiegazione - come sempre triste e pessimista, ma per carità accetto repliche purché argomentate - è che l'esistenza di molti (molti uomini, molte donne, molti adolescenti nostri concittadini) sia talmente povera sotto il contesto simbolico-valoriale (tradotto: vite piatte) che occasioni senza dubbio uniche come alcune belle vittorie in match della squadra nazionale possano arrivare ad assumere una valenza che in un normale equilibrio di valori non dovrebbero avere.

Per finire un aneddoto: vinto contro la Repubblica Ceca, sono sceso in strada con tre amici (non per festeggiare). Mentre assistevamo (nostro malgrado!) al passaggio dei famigerati caroselli di auto e moto con fare conversatorio un tizio dal finestrino di una smart che avrà caricato quattro persone ci ha urlato: "Alè, alè: forza Italia. E voi quattro che state a fa' là, me sembrate quattro polacchi!".
Chissà se alludeva alle fattezze somatiche, dei nostri concittadini europei. O a quelle caratteriali.

1 hanno detto la loro:

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente daccordo nell'asserire ad una buona parte della popolazione (italiana e non solo) una povertà di valori che appare veramente disarmante,e mentre ti leggevo mi è venuta in mente una straodinaria 'scenetta' di cui sono stata protagonista in metropolitana qualche tempo fa. Due tizi sedevano proprio di fronte a me, credo fossero del sud vista la parlata che si trascinavano addosso, uno era piccolo ma a ben vedere impersonava la figura del capo, mentre quello accanto - una montagna - lo seguiva annuendo ad ogni cosa questi veniva dicendo. Parlavano di calcio, per la precisione il piccoletto stava cercando d'ingegnare un qualche modo per fare soldi con il calcio. La loro discussione è finita con una sua frase che mi ha lasciata a dir poco in estasi, considerando il tipo:'il calcio è l'oppio dei popoli'....