20.1.06

Il barbuto ruminante del talk show italiano


Gianfranco Funari Posted by Picasa

Metti una serata qualunque. Metti la pizza da nonna con tutta la famiglia dopo una giornata di studio e di lavoro. Metti che ero e sono stanco morto, la ragazza sta studiando anche lei (a 30 chilometri da te), e quindi si esce domani sera, che stasera siamo tutti distrutti.

Metti pure che ormai la Rai è un acquitrino in cui lo spettatore non può più nuotare perché rischia di infettarsi, Mediaset non parliamone nemmeno con quegli incartapecoriti della banda di vecchi del Bagaglino, Rossella che tarocca Tarak (come ha scritto sagacemente l'immenso Messina su la Repubblica di ieri) e che Io il satellite ce l'avevo - anzi, ce l'ho ancora - ma secondo me gli abbonamenti a Sky continuano ad essere troppo salati, per quanto offrono. Ho il digitale, ma per ora a parte i notiziari della BBC riesco a seguirci solo le partite della Roma - almeno quelle stupende e divertenti, negli ultimi tempi.

Metti che per me, la tv, è studio. E non (solo) svago. Da sempre.
Allora faccio il mio solito giro di ricognizione sulle reti locali e becco il beneamato Gianfranco Funari.

Un mito. Uno dei più grandi conoscitori delle viscere televisive. Un gran figlio di puttana.
Ha messo su la sua ennesima trasmissione, Extra Omnes su Odeon Tv (ogni mercoledì e venerdì alle 20,30), e come al solito urla, sbraita, sussurra, accusa, sbava, storpia in malapropismi irripetibili ogni termine immaginabile.

Però fa - e questo da sempre, anche quando era sulle reti nazionali - un lavoro che pochi fanno.

E cioè: si dice spesso che la tv sia caduta, da anni, in una spirale di autoreferenzialità che non le lascia più allargare i propri teleobiettivi da sé stessa. Parla sempre e solo di sé stessa. E' un non-luogo, uno spazio assurdo e privo di contatto con la realtà, altro che reality - che, per inciso, rappresentano i format più finti che esistano.

Bene: Funari si tuffa fino ai capelli nell'autoreferenzialità televisiva, non sfugge al meccanismo anzi ne è l'ideatore primo.
Ma frammenta i talk show politici della settimana, ne estrae i passi più succosi, li sottopone a discussione - o a filippica, che dir si voglia. Fa autoreferenzialità intelligente. E che intrattiene.
Perché recupera quanto, nel flusso continuo, perdiamo appena dopo aver osservato sullo schermo.

Diciamo che Funari fa quello che fanno i bambini quando masticano venti minuti un pezzo di fettina, lo sputano e poi se lo rimettono in bocca. Rumina. E mastica antipaticamente per ore.

Certo ormai la sua epoca è finita. E' mezzo morto, ricnoglionito, è secco.

Però: ce ne fossero.

[Intanto, adesso, me ne vado di là in salotto, con un sacchetto di pop-corn preparate dalla nonna in attesa dell'evento della serata: Berlusconi vs Rutelli. Santa pazienza...]

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