22.3.06
Dai Borboni alla taroccofilia
"Il motivo più importante della scarsa incisività della Convenzione è dato [...] dalla mancata adesione del regno borbonico, dove operano in maggior numero gli stampatori abusivi. Sono proprio questi tipografi, in maggioranza napoletani, forti di un ormai storico appoggio governativo, a premere sulle autorità per impedire l'adesione al trattato, che avrebbe comportato una crisi gravissima per le fragili imprese meridionali, costrette a misurarsi con una concorrenza finanziariamente più solida e tecnologicamente più avanzata"
Maria Iolanda Palazzolo, Geografia e dinamica degli insediamenti editoriali, in Alberto Cadioli, Giuliano Vigini, Storia dell'editoria italiana, Editrice Bibliografica, Milano 2004.
Ora: non è mio intento quello di rafforzare stereotipi - in tal caso la presunta tendenza alla frode e all'abusivismo che caratterizzerebbe l'Italia del Sud - che ritengo dannosi. E, soprattutto, seppur veri, di certo non esclusivi.
Però, la Storia parla chiaro.
La Convenzione cui allude la citazione è infatti la prima sul diritto d'autore ed è nientemeno che del 1840.
Le centrali in cui si producono cd taroccati smistati poi in tutto lo Stivale hanno dunque degli antesignani ben più anziani.
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