
Copertina dell'Economist di questa settimana, edizione europea

Di solito in queste occasioni cruciali sparo, come un mitragliere insaziabile, le mie riflessioni al mondo intero. Motivando le mie posizioni e cercando di convincere chi non dovesse condividerle.
Quest'anno, invece, affido il mio messaggio elettorale, ed il mio invito pressante, alla copertina dell'Economist. Lo affido alla potenza di un'immagine ancorata ad un titolo giornalistico. Ebbene si: delego ad una copertina. Che nella sua ineguagliabile semplicità, ci ricorda un importantissimo punto: è fondamentale non sprecare il voto. E' fondamentale dare la vittoria al centro sinistra.
"Basta", questo è il punto. "Basta" con tutto quel che - dall'economia alla cultura, dalla morale alla finanza, dal mondo del lavoro a quello, esanime, della scuola e dell'università - l'Italia ha dovuto sopportare da parte di un'amministrazione arrogante, segnata da un'ingombrante ed imprescindibile anomala presenza. "Basta" con le leggi la politica concepita come "rifugio" e "riserva" giudiziaria.*
Ecco perché, lascormai stremato, in questa notte di venerdì dopo "Inside Man" di Spike Lee, esangue dal rush finale che ha messo a dura prova le mie capacità di sopportazione psicofisica, invito a non gettare il voto del 2006 alle ortiche, ma a metterlo a frutto.
E barrare uno qualsiasi dei partiti dell'Unione.
*Ne approfitto per aggiungere qualche altro basta.
Basta con le veline in tv elevate a reginette. Basta con le interviste a chi risponde "sono molto contenta". Basta con le fiction riciclate. Basta coi libri di Baricco, che poi fa le polemiche su Repubblica e ci rompe le palle assaje. Basta con gli articoli fiume di Pietro Citati. Basta con gli esami universitari ridotti a raccolta punti Esso. Basta con tre mesi qui due lì. Basta con la mediocritas imperante.
In un'unica formula: Meno dj, più stratocaster!
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