2.7.06

Non prenciamoci in giro: le liberalizzazioni servono come l'aria che respiriamo


Tripudio di pastiglie Posted by Picasa

Il Governo Prodi ha tirato fuori (forse) il primo, vero atto di coraggio con la messa a punto del decreto-legge sulle liberalizzazioni.

L'effetto sarà benefico, per tutti. Anche per chi adesso sbraita (ma che nella vita di tutti i giorni, pure se è taxista o panettiere, le medicine le deve comprare, i conti in banca gli cambiano condizioni da un giorno all'altro, i passaggi di proprietà li deve fare regalando quattrini ai notai e via elencando).

Insomma: si comincia, con un provvedimento giustamente sottratto ad ogni tipo di concertazione visto che si trattava di rimuovere regole stantie e dannose, a rompere quelle roccaforti corporative che sostanzialmente dall'epoca fascista privano l'Italia di risorse importanti - ricordate? Non a caso IL farmacista è da decine di anni una delle istituzioni dei comuni italiani, al pari del sindaco e del parroco. Perché di fatto sottraggono (anzi, sottraevano, fino a ieri) alcuni settori senza dubbio delicati da un pur minimo livello di concorrenza. Contribuendo così a mantenere tariffe, prezzi a livelli indegni soprattutto se paragonati al servizio ricevuto.

In particolare, se capisco le proteste dei taxisti, non comprendo quelle dei farmacisti.
Il decreto-legge prevede la possibilità di commercializzare (anche con sconti) i cosiddetti "farmaci da banco o di automedicazione" presso supermercati e gdo, grande distribuzione. A patto che questi prodotti siano sistemati in settori a parte dell'esercizio e che in tale settoria sia prevista "l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo Ordine".

Allora, qui il discorso si fa duplice: io non credo che, oggi, a protestare siano tutti i farmacisti.
Bensì, sono quelli che hanno in proprietà una farmacia. Gli altri (dipendenti laureati, studenti laureandi in farmacia, disoccupati) non possono che guardare con sollievo ad un provvedimento che porterà loro molti posti di lavoro nati dal nulla - se ogni supermercato si attrezzerà con un settore-medicinali, quantomeno dovrà assumere un farmacista laureato e forse anche di più.

In realtà - badate bene, è questa la ragione fondamentale degli odierni schiamazzi - Federfarma e compagnia bella sbraitano perché c'è un altro provvedimento, inserito nel decreto sulle liberalizzazioni, che fa girar loro le scatole: la riforma, infatti, cancella la legge che lascia all'erede di un farmacista la titolarità della farmacia, per molti anni, senza che il medesimo erede sia laureato ed iscritto all'Ordine.
Insomma: il titolare rischia di vedere sfuggirsi la licenza senza poterla passare - come era prassi fare - all'erede di turno che gira in Bmw e che a tutto ha pensato tranne che a laurearsi in farmacia.

E allora diciamocele chiaramente le cose: ben vengano (deo gratias!) questi provvedimenti che l'Italia attendeva da tempo. Vi invito a leggere il testo completo del decreto-legge, perché i motivi di soddisfazione, spulciando, aumentano.

In particolare, vi segnalo questo articolo:
Articolo 26
Università non statali
1. La dotazione relativa all'autorizzazione di spesa di cui alla legge 29 luglio 1991, n. 243, come determinata dalla tabella C della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è ridotta di 20 milioni di euro per l'anno 2006, 30 milioni di euro per l'anno 2007 e 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008.

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