30.9.06

Toilette Mediocritas

Ma voi non siete convinti di vivere in un Mondo di Mediocrità?

No. Davvero. Non voglio fare il solito pessimistoide sciacallo rompiscatole: è che questa è la pura, semplice realtà. Basta guardarsi attorno cum grano salis (eh lo so, lo so che mica è facile...).

E l'elemento peggiore - che conferma questa tesi e sconforta al contempo - è che prova oggettiva di questa puzzolente situazione la troviamo ovunque. In ogni sacrosanto contesto nel quale la socialità - cioè il fatto di non essere (purtroppo?) delle monadi - ci costringe (o ci induce, o ci seduce) ad immergerci.

L'Università, per dire: ormai è un esamificio. Per decidere quali esami sostenere bisogna perdersi nei meandri della formalità. La burocrazia si-sta-mangiando l'Università. La sostanza, la polpa stanno scomparendo. Devi essere tu, e il tuo senso di responsabilità, a cercarle, a volerle, a coltivarle. Altrimenti, si viaggia ben bene anche accomodati nel seggiolone della mediocrità. Col risultato che chi ha talenti e voglia soffre, si esaurisce, fatica e in cambio ottiene solo docenti fissati che vogliono la "malattia". Gli altri se ne fregano, e campano.

Il mondo del lavoro: ho sempre lavorato, nelle maniere più diverse e, certo, mi manca la grande esperienza. Quindi non dovrei parlare. Ma da quando ho 16 anni mi confronto con contesti lavorativi. Ebbene: la spinta a dare il meglio - nemmeno in mestieri come quelli umanistici - non paga. Assolutamente. Si rischia, anzi, di venir guardati storto per qualche iniziativa, per delle critiche (io critico tutto, sempre, e soprattutto me stesso quindi state zitti ho la coscienza a posto), per delle osservazioni. Per non parlare della ricerca del lavoro: c'è gente che mette annunci specificando che "non è prevista alcuna retribuzione". Siamo alla frutta. Siamo alla follia più pura. Potevi metterlo nel sito volontariato.it, quell'anuncio, imbecille: avresti fatto prima. Schifo. Schifo. Schifo.

Gente: una merda. E non parlo da nerds occhialuto. No. No. Parlo da uno che ha sempre avuto qualche (non molti: rifuggo a gambe levate il gruppo, preferisco la più intima dimensione della cricca) buon amico, che ha la ragazza, e che insomma di certo non gli mancano i contatti - e, anzi, col suo lavoro di contatti ne ha fin troppi. La gente ormai è intontita, sedata, spenta. Non si riesce più a parlare: di nulla. Il calcio invade la mente, i telefonini la spengono, la tv resetta tutto col suo spazzolone intinto di schifezze. La cultura è aliena. La gente non legge. I qutidiani vendono le stesse copie da trent'anni. Forse pure di meno. E comunque un numero (6 milioni scarsi su 60 milioni di italiani) davvero deprimente. I ragazzi - li vedo, sono laureato e sto finendo la laurea specialistica, ormai se permettete mi concedo almeno un minimo di sguardo dall'alto - si iscrivono alle università senza progetti di medio-lungo periodo, senza sapere cosa diavolo vogliono combinare della propria vita (non tutti, non tutti, sia ben chiaro ma è ovvio). Perdono tempo, prendono una triennale in cinque anni, se va bene. Bivaccano, sono vuoti. Non sanno (e tutti, la gente) cosa accade dietro casa. Non sa cosa accade dentro casa. L'80% delle persone vegeta in attesa di scaricare la prossima suoneria per il cellulare.

Dei rapporti interpersonali, non parliamone: "E se la chiamo? Dopo pensa che...", "Ma se io chiamo lui, magari poi...", "Ma no, quella stronza non si merita nemmeno una visita...". Calcoli, conti, matematica dell'amicizia, gemoetria del sentimento. Gente che rinfaccia, che fugge, che intrattiene rapporti di plastica. Amici che scompaiono d aun giorno all'altro, che non salutano, che tu - ne sei sicuro - hai fatot mica nulla. Poi li trovi all'angolo con lo spacciatore, con quel cogliono, con quell'altro idiota. Del tipo Tu Che Hai Fatto Per Me. Bravo Nicolò. Bravo Nicolò La Rocca, tu si che sei forte, che hai dato ad un libro l'unico cazzo di titolo che è giusto dare ad un libro in questo merdoso frangente storico: Tu Che Hai Fatto Per Me. Così, senza interrogativo.

Ovunque ti giri, quel che guardi si sarebbe potuto fare meglio con pochissimo sforzo, anzi senza sforzo: la pizzeria è malandata e sporca, la strada di casa non ci passano le pulizie comunali perché (burocrazia) non si sa di chi sia, i giovani son dimenticati e questo innesca un circolo vizioso che si ricollega a quanto scritto sopra, i prezzi volano, internet continua ad essere ignorato, l'università non sa gli orari e tu li sai perché li hai già scaricati dal sito senza che loro lo sapessero, le opere pubbliche stagnano e la gente si svuota, fa pena e fa il proprio lavoro al 50% (se va bene) di come lo dovrebbe fare. Senza contare - per carità, dovrei scrivere altri 45 post - dei 50 raccomandati assunti a Palermo per contare i tombini e degli altri 20 (sempre amici degli amici, parenti, nipoti, cognate, scagnozzi) assunti per contare quelli che contano i tombini. Lasciamo stare. Lasciamo stare tutto il resto: le veline di merda, la gente che appena vede mezza tetta eiacula, i matti, gli stipendi dei calciatori e il resto dello schifo di merda. Stop.

Che tristezza. Oggi - con stile, non prendetevela d'altronde per me siete numeri sul counter (a parte quei fedelissimi ai quali rivolgo lo stesso invito), e con grande affetto, con l'intento di coinvolgermi in questo mio caloroso appello - vi mando tutti affanculo. Con affetto immenso.

5 hanno detto la loro:

Anonimo ha detto...

Chi nn ti conosce penserà ke sei un rompiscatole-testa di cazzo!

In realtà sei una persona ke osserva il mondo!

(ma ke t sei mangiato oggi?se vuoi oggi nn c vedaimo) :-)

SMAAACK
Muuuuuuuuuuuuuuu U

LeLait ha detto...

Simo tranquillo che io affanculo ti ci mando praticamente ogni volta che ti vedo!
Ma fai bene ad essere incazzato... è uno dei motivi per cui io me ne sto fuggendo in Francia per qualche mese! Almeno i prof non hanno quell'aria bislacca che palesemente ti dice: lascia perdere che tanto la cultura non interessa più a nessuno! Perciò buongiorno Simo e affanculo anche a te!
Pa

LeLait ha detto...

Comunque io Simo ti conosco e penso comunque ( con simpatia ovviamente...e lo sai) che sei un rompiscatole-testa di cazzo!

Anonimo ha detto...

Incazzarsi fa bene alla salute mentale. Solo che troppo spesso non ci resta che un atto di volontà. Per forare la rassegnazione.
Nicolò

Anonimo ha detto...

Grazie per il tuo splendido articolo.
Nicolò