27.3.07

Landing In Italy


Se andate qui fate un tuffo nella Storia. E altro che videodidattica e cazzi vari.

Se siete, che so, professori: stampate una copertina di Life, ingranditela dimensioni poster e presentatevi in classe con quella roba.

La lezione verrà da sé. Altro che telefonini e piattaforme didattiche.
Basta ancora l'arcaica potenza di un'Immagine - per fortuna - a scatenare interrogativi.

5 hanno detto la loro:

Anonimo ha detto...

... peccato che la rivista (l'ho sentito ieri alla radio non senza grande rammarico) abbia deciso di chiudere i battenti... :-(

Anonimo ha detto...

Si, l'ho appreso anch'io... un vero peccato!Mi verrebbe da dire: la comunicazione progredisce, il progresso avanza, niente piagnistei, nessun sentimentalismo passatista... ma la verità è che proprio non riesco a dirlo!
D

Simone ha detto...

Il problema è verificare COME la comunicazione progredisce.

Molte testate stanno ormai traslocando sul web e chiudendo la propria edizione cartacea, il che non è un male. Anzi. Per uno che sul web ci vive, direi che è anche una fortuna.

Ma rimane un fatto: a mio avviso la stragrand emaggioranza della società è ancora unfit for electronic life (lo dico in inglese che sembra più fico!).
Cioè: non è pronta per una serie di strumenti che, per altro, non hanno ancora raggiunto una diffusione capillare.
Nel senso che per leggersi il NY Times online non è possibile portarsi dietro un laptop. Ma seve un eBook, cioè una via di mezzo fra un palmare e un laptop, di formato molto piccolo, che mi consenta di scaricare e leggere - la mattina prima di uscire da casa - le edizioni dei miei girnali preferiti.
In Italia solo Repubblica ha iniziato la "sperimentazione" dell'E-Book.

Anonimo ha detto...

ciao Simone :-)
il mio commento triste sulla chiusura di Life nasce soprattutto da una cosa: ben venga la presenza sul web di riviste e quotidiani di qualità. spesso però si tratta di un "trasloco" obbligato, perché il cartaceo costa. E le uniche testate che continuano a poterselo permettere sono spesso le meno valide. Intendo, chiude Life, in cui l'immagine parla, crea coscienza critica ed estetica, e imperversano novella 2000 e similari. Così il "fotografo" più noto finisce per essere Corona, non Cartier-Bresson (o qualcun altro)... In questo senso la tristezza.
m.

Simone ha detto...

Senz'altro, senz'altro. Discorso pienamente condivisibile. Che coglie però un altro punto: il digital divide e il fatto che, appunto, non siamo ancora attrezzati. Le nostre mamme e nonne, dalle parrucchiere, leggono ancora novella 2000. Punto.