Devastata la sede della "Valle del Marro", sui terreni confiscati alla 'ndrangheta. Lasciati messaggi di morte. E' la seconda intimidazione in pochi mesi.
Forgione: "il governo garantisca la sicurezza e faccia ripartire l'attività"
Gioia Tauro, attentato a coop di Libera
Don Ciotti: "Andiamo avanti, non cederemo"
GIOIA TAURO - La scorsa notte a Gioia Tauro è stata devastata la sede della cooperativa agricola Valle del Marro, realizzata dall'associazione Libera di don Ciotti su terreni confiscati alla 'ndrangheta.
Il cancello d'ingresso è stato forzato, un capannone è stato danneggiato e sono stati rubati diversi attrezzi agricoli. Sul terreno sono anche state abbandonate croci e altri messaggi simbolici di morte.
La cooperativa, che si trova in località Ponte Vecchio di Gioia Tauro, è stata creata nel 2005 da Libera su terreni confiscati alle cosche Piromalli e Mammoliti. Gestisce 30 ettari di terreno e svolge attività agricola, con la coltivazione, in particolare, di uliveti ed agrumeti. L'attività, condotta secondo le tecniche dell'agricoltura biologica, consiste nella coltivazione e trasformazione degli ortaggi, nella raccolta delle olive e produzione di olio e nella produzione di miele. A gestire la cooperativa è un gruppo di giovani guidati da don Pino De Masi, referente di Libera in Calabria.
"Andiamo avanti, senza paura e senza alcuna esitazione, forti anche della presenza dello Stato al nostro fianco", ha detto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, dopo essere stato informato dell'attentato. "Siamo tranquilli - ha aggiunto don Ciotti - anche perché il nostro impegno per la legalità non subirà alcun cedimento".
Non è la prima intimidazione per la cooperativa: a dicembre alcune persone si erano introdotte nella sede, rubando attrezzature. In quell'occasione erano anche state sabotate alcune macchine agricole con l'introduzione di zucchero nei serbatoi del carburante.
"Se questa è la risposta che le cosche pensano di dare alla meravigliosa manifestazione di Polistena del 21 marzo, hanno sbagliato i loro calcoli: quei beni, e tutti gli altri che gli sono stati sequestrati, non li riavranno mai, appartengono ai cittadini della Calabria", ha detto il presidente della Commissione antimafia, Francesco Forgione, commentando l'attentato. Forgione, appena ha saputo dei danneggiamenti subiti dalla cooperativa, è partito per recarsi a Gioia Tauro e portare la sua personale solidarietà. "Ora il governo - ha detto ancora Forgione - deve provvedere per far ripartire al più presto l'attività della cooperativa e garantire la sicurezza. Questo doloroso episodio deve anche spingere il governo ed il Parlamento ad approvare velocemente nuovi strumenti operativi e legislativi per la gestione dei beni confiscati alle mafie ed il sostegno a chi utilizza i beni: questi veri e propri avamposti della democrazia nelle terre più difficili del nostro paese non possono essere lasciati da soli". "Ormai è chiaro che i mafiosi temono solo due cose: il carcere che li separa dal potere, ed il sequestro dei beni, che attacca il futuro delle loro cosche. Continueremo a colpirli con tutte e due queste risorse", ha detto ancora.
Anche il presidente della regione Calabria, Agazio Loiero, si è detto "assai turbato" per l'episodio. "Quello che è avvenuto - ha commentato ancora - è intollerabile e la risposta migliore è quella di schierarsi subito ed in maniera concreta e fattiva a favore della legalità". (27 aprile 2007 - REPUBBLICA.IT)
27.4.07
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