24.5.07

Everything In Its Right Place



Giornata triste. Giornata stanca. Piena di caldo. Un caldo che mica va bene, adesso. Voglio dire: state pensando a cosa potrà accadere in agosto? Comunque. Giornata davvero flaccida. Il fatto è che ogni tanto saltano fuori, così. Senza preavviso. Come i nervi nelle salsicce (?). E’ che non te ne tendi conto, nel senso che non sai esattamente il perché. Tutto come al solito. Studio. Lavoro. Scrivi. Manda. Invia. Controlla. Rileggi. Ripeti. Riscrivi. Rispondi. Sollecita. Tutto ok. Molto bene. Eppure – eppure non è lì, il punto. Sarà che c’è qualcosa che mi infastidisce – lo so, lo so. C’è. Eccome. Sarà che non è mica facile sopportare l’immondizia da cui siamo circondati – e non parlo solo di quella di Napoli e Posillipo. Parlo dell’immondizia morale che rosicchia giorno dopo giorno il civismo del nostro paese. Già sui blocchi di partenza di vacanze in larghissima parte immeritate. L’Istat. Ecco. Lo sapevo. Sono stati i dati dell’Istat che mi hanno rovinato la giornata. Stasera non sopporto nemmeno Annozero (una noia mortale. Agnoletto sembra un disco rotto – non lo sopporto sin dai tempi del G8. La Mussolini non ne parliamo nemmeno. Dicevo l’Istat. Ecco. Un Paese che cresce. Meno degli altri. E comunque era il minimo che ci si potesse attendere, dopo cinque anni di stagnazione. E però intanto i poveri sono sempre più poveri. E i ricchi sempre più ricchi. E sempre più vecchi – ci batte solo il Giappone. Dove la situazione è tale per chiare ragioni storico-sociali. E allora? Direte: dai, ti fai rovinare la vita dall’Istat. Ma dove s’è mai visto? Nemmeno Prodi se li incula, quelli lì pieni di numerini e istogrammini colorati. No, infatti. E’ che poi ti chiedi se la gente è scema. T’arrivano mail ridicole. Ascolti imbecillità a ripetizione. Non puoi più azzardarti ad accendere il televisore (se non dopo avere attentamente studiato i palinsesti). E domani è venerdì. Tutto è a posto. Lo ripeto. E ne sono convinto. Ma – per esempio – avete mai ascoltato quel pezzo dei Radiohead, “Everything in its right place”? Mi pare stesse in “Kid A”, l’unico disco che io abbia mai amato dei Radiohead. Ebbene. Tutto è a posto. Eppure la lagnante voce di Thom Yorke ti lascia stranito. Scosso. Fuori posto.

Allora. Rimediate “Everything in its right place” e capirete (io, comunque, oggi ho ascoltato i dischi nuovi di Macy Gray e degli Arctic Monkeys. Quindi non ditemi che me la sono cercata. I Radiohead sono scappati fuori da soli).

1 hanno detto la loro:

Threeballs ha detto...

In affetti anche io sto soffrendo il caldo in questo periodo.......strano.......srà il metabolismo che è andato?????

p.s. i giapponesi mi stanno facendo impazzire.......sul lavoro intendo.......

Forza e Coraggio!