Ora. Mi capita con diabolica puntualità un fatto di cui, come dire, mica vado fiero. No. In effetti no. Però, tant'è: accade con una cadenza inequivocabile e massacrante. Sta divendando un paranoico ingranaggio. Da cui devo scappare. Ma non so come.
Ogni sacrosanta volta che ho un impegno, un contrattempo, un appuntamento - di qualsiasi genere, dal più cretino al più importante - che mi porti a dover sospendere il mio continuo aggiornamento sull'attualità - credo seriamente di essere malato, su questo punto - il panorama politico mi cambia sotto il naso. Op-là.
E' accaduto con la crisi della maggioranza di febbraio. Lo ricordo benissimo.
Entro in palestra che tutto va bene. Esco, tempo di inquadrare le facce malformi (per l'occasione) di chi mi circonda. E capisco che il Governo Prodi esiste grazie a Follini.
Vado a comprare il pane di sesamo (dico così per dire: magari anche la salsa tartara), ed ecco che Mastella chiede una verifica, "altrimenti la maggioranza non c'è più".
Mi invitano alla presenazione di un disco. Vado. Mi rimpinzo di cornettini col salame e pasta fredda coi ceci (c'era pure l'insalata di gamberetti e i mignon). Rientro satollo: e scoppia la crisi sulla Guardia di Finanza. Ne saprò di più su Pippo Pippolini e la sua band - come no, so' soddisfazioni. Ma intanto mi si è sbriciolato un Governo da sotto i piedi.
Domani, per dire, con una precisione mefistofelica la situazione si ripeterà.
Stavolta avrò un esame che prevedibilmente mi porterà via la mattinata. Per fortuna che il voto è fissato per la tarda serata, ma non è detto che al ritorno a casa debba ritrovarmi senza un Governo. Oppure con 450 mozioni e 56 ordini del giorno sui quali nemmeno Bobbio e Cencelli in coppia saprebbero far chiarezza. E sui quali la maggioranza rischierà di scivolare pericolosamente.
Lo so. Lo so. Starete pensando che, dai, mica dipende da me. E' che con una maggioranza così sfibrata, è un problema comunissimo: uno ormai non può più nemmeno andare a mettere benzina (a proposito: provvedete, che domani e giovedì per colpa di una categoria di maledetti speculatori le pompe saranno chiuse), che magari rientra e Pecorario Scanio s'incatena ai binari della val di Susa. E chiede una verifica, "sennò il Governo non c'è più".
Che poi, ci stavo pensando proprio mentre scrivevo, in associazione con questa maledizione si verifica usualmente un fatto ancor più inquietante. Russo Spena. Esatto, si, proprio lui: il Presidente dei Senatori. Il quale col suo tono mellifluo e apparentemente tranquillizzante ancorché pacato, profetizza l'ennesima batosta.
Ecco. Speriamo che almeno per una volta Russo Spena lasci le mie prossime venti ore di vita libere e pulite. niente Ansa. Niente dichiarazioni.
Russo Spena non dire un cazzo, ti prego. Nulla di personale, te lo garantisco. Ma magari è la volta buona che rompiamo il maleficio della crisi. E io mi libero da una malaugurante sequela di coincidenze politiche.
Ogni sacrosanta volta che ho un impegno, un contrattempo, un appuntamento - di qualsiasi genere, dal più cretino al più importante - che mi porti a dover sospendere il mio continuo aggiornamento sull'attualità - credo seriamente di essere malato, su questo punto - il panorama politico mi cambia sotto il naso. Op-là.
E' accaduto con la crisi della maggioranza di febbraio. Lo ricordo benissimo.
Entro in palestra che tutto va bene. Esco, tempo di inquadrare le facce malformi (per l'occasione) di chi mi circonda. E capisco che il Governo Prodi esiste grazie a Follini.
Vado a comprare il pane di sesamo (dico così per dire: magari anche la salsa tartara), ed ecco che Mastella chiede una verifica, "altrimenti la maggioranza non c'è più".
Mi invitano alla presenazione di un disco. Vado. Mi rimpinzo di cornettini col salame e pasta fredda coi ceci (c'era pure l'insalata di gamberetti e i mignon). Rientro satollo: e scoppia la crisi sulla Guardia di Finanza. Ne saprò di più su Pippo Pippolini e la sua band - come no, so' soddisfazioni. Ma intanto mi si è sbriciolato un Governo da sotto i piedi.
Domani, per dire, con una precisione mefistofelica la situazione si ripeterà.
Stavolta avrò un esame che prevedibilmente mi porterà via la mattinata. Per fortuna che il voto è fissato per la tarda serata, ma non è detto che al ritorno a casa debba ritrovarmi senza un Governo. Oppure con 450 mozioni e 56 ordini del giorno sui quali nemmeno Bobbio e Cencelli in coppia saprebbero far chiarezza. E sui quali la maggioranza rischierà di scivolare pericolosamente.
Lo so. Lo so. Starete pensando che, dai, mica dipende da me. E' che con una maggioranza così sfibrata, è un problema comunissimo: uno ormai non può più nemmeno andare a mettere benzina (a proposito: provvedete, che domani e giovedì per colpa di una categoria di maledetti speculatori le pompe saranno chiuse), che magari rientra e Pecorario Scanio s'incatena ai binari della val di Susa. E chiede una verifica, "sennò il Governo non c'è più".
Che poi, ci stavo pensando proprio mentre scrivevo, in associazione con questa maledizione si verifica usualmente un fatto ancor più inquietante. Russo Spena. Esatto, si, proprio lui: il Presidente dei Senatori. Il quale col suo tono mellifluo e apparentemente tranquillizzante ancorché pacato, profetizza l'ennesima batosta.
Ecco. Speriamo che almeno per una volta Russo Spena lasci le mie prossime venti ore di vita libere e pulite. niente Ansa. Niente dichiarazioni.
Russo Spena non dire un cazzo, ti prego. Nulla di personale, te lo garantisco. Ma magari è la volta buona che rompiamo il maleficio della crisi. E io mi libero da una malaugurante sequela di coincidenze politiche.
(Che poi alle elezioni dei rappresentanti di classe, al liceo e alle medie, vincevo sempre. Con più voti di scarto di quelli che ha Prodi al Senato. Quindi io non c'entro. No. Votavano per me pure le canaglie, votavano).
2 hanno detto la loro:
Ti sei sbagliato.Soltanto le canaglie ti votavano non anche le canaglie!!
E allora erano tutte canaglie, visto che vincevo con largo scarto. ;)
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