31.7.07

15.269,69 EURO. BASTERANNO PER PORTARE LA CONSORTE A ROMA?

Non so davvero di cosa ci sia bisogno per scardinare la Casta - tanto per utilizzare una keyword così d'attualità. Non credo che i politici italiani non capiscano. Anzi. Credo piuttosto che il problema sia di altro genere: non sono in grado culturalmente (unfit, direbbero gli inglesi) di inquadrare a dovere il problema dei privilegi loro accordati a causa di un'ormai putrefatta ed irrecuperabile forma mentis. Come il bambino che capisce bene un singolo avvenimento storico ma non sa incastonarlo nel più articolato contesto del periodo perché tanto la maestra lo sottopone solo ad interrogazioni nozionistiche e non insiste mai sull'interpretazione globale di un certo fenomeno.
Insomma: da sempre la classe politica nostrana vive un vita parallela a quella del Paese. Figurarsi se sia in grado di interpretare ed analizzare il problema della propria insostenibile superiorità materiale al fine di un'autoriforma seria e responsabile.

Le dichiarazioni rilasciate ieri dal segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa - peraltro azzerate in tutta fetta dall'alfiere della famiglia italiana, Pierferdinando Casini - suonano infatti come frasi leggibili solo da questo punto di vista. Almeno, se è vero quanto segue. Altrimenti, Cesa è un masochista che in pieno periodo di (pseudo) lotta alla Casta sceglie deliberatamente di zappettarsi i piedi da sé.

Un deputato, secondo La Stampa di oggi, percepisce 5mila486,58 euro di "indennità base". A cui vanno aggiunti altri 4mila 003,11 euro di "diaria di soggiorno" (meno 206,58 euro per ogni seduta nella quale il deputato non abbia partecipato almeno al 30% delle votazioni). Senza contare i 4mila 190 euro di "rimborso spese per il rapporto con gli elettori" - mai capito a fondo, questa voce. I mille 331 euro per i "trasferimenti da/per Fiumicino". 259 euro per le "spese telefoniche". Tutto sommato, fa 15mila 269,69 euro netto in busta al mese. Grazie e arrivederci. Vi sono anche altri benefit, ma sorvoo per evitare di vomitare quanto appena ingerito per pranzo.

A fronte di una cifra che - considerato l'attuale mercato del lavoro e il bassissimo livello di operatività effettiva dei parlamentari che sono a Roma non più di tre giorni a settimana, oltre che confrontato con le cifre dei colleghi di altri paesi - configura una effettiva sperequazione sociale. Cioè: è proprio un problema sociale, non più uno scandalo. Ma queste - per fortuna - sono informazioni note sulle quali è inutile insistere.

Piuttosto, a me preme sottolineare l'enigmaticità delle affermazioni del genio di via Due Macelli, dello stratega dei finanziamenti europei (informatevi): facendo appello a quale facoltà intellettiva il segretario di un partito che ha preso il 6,82% alle ultime elezioni politiche si permette di chiedere "più soldi per portare le nostre mogli a Roma"? Cioè: dov'è la ratio della dichiarazione? Dov'erano gli spin doctor che dovevano trattenerlo per la giacchetta dal pronunciare un insulto del genere? A cena fuori? E chi ha pagato al ristorante, qualche direttore di testata per lasciare solo il povero Cesa e farlo sbizzarrire?

La sensazione più sgradevole, fra l'altro, è che queste dichiarazioni siano state rilasciate all'indomani delle dimissioni (dal partito, non dalla Camera dei Deputati: credevate che rinunciasse a quei 15mila 269,69 euro?) dello sconosciuto deputato pugliese Mele, rimasto coinvolto in un'allegra quanto triste (ma così rara?) serata di prostituzione d'alto bordo. E quindi non possono che assumere, nonostante tutte le condanne piovute da mezzo Parlamento, una sgradevolissima sfumatura aggiuntiva. Quasi a giustificarlo, quel poveretto di Mele due mogli quattro figli, costretto dalla lontananza (ricordo che i parlamentari hanno libera e gratuita circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea in tutto il territorio nazionale) a consolarsi in una camera d'albergo a suon di fica e piste. Tipo scrittore fallito in cerca di ispirazione.

Credevo che le ripetute denunce, le inchieste, i libri, le interviste, i buoni propositi e i pur timidi provvedimenti assunti da Camera e Senato non oltre la scorsa settimana potessero almeno segnare un punto di non ritorno nella lotta a questo Paese Parallelo composto da politici (e spesso, anche da magistrati e dirigenti di organismi ed enti pubblici o a partecipazione pubblica). Un vero fortilizio del privilegio. Accompagnato da un sottobosco di soliti ignoti (con le tasche piene).

Credevo male, come sempre. Dichiarazioni come quelle di Cesa sono infatti importantissime perché portano a galla rari frammenti di sincerità - si, sincerità - di un deputato medio italiano. La realtà è che la stragrande maggioranza di essi non sente, proprio non percepisce il problema nel suo complesso, nella sua globale insostenibilità in un paese in cui milioni di famiglie vanno avanti con 900 euro al mese. E quindi, passata la tempesta, torna a scrutare la propria busta paga al riparo della frescura delle mura di Montecitorio.

E a vedere se ci scappano quei 2mila euro per la consorte - d'altronde, l'avevano anche detto nel manifesto qui sopra, che "il futuro si costruisce insieme". Alla moglie.

Molti replicheranno che personaggi con ben minori responsabilità percepiscano stipendi da capogiro. A me non interessa quanto prenda Santoro o Totti - pure posso indignarmi, ma non posso pretendere che nessuno ci faccia nulla, o quasi (per la Rai). Ma i Parlamentari sono il mio contraltare istituzionale. Ed è in quell'ambito che prima ancora della condanna morale, l'opinione pubblica esige la decenza istituzionale.

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