24.10.07

HAI VOGLIA A SLOW-FOOD: IN CHIMICA SIAMO DEI SOMARI

No ma, in effetti, è una cosa abbastanza grave. La mia amica – giustamente, direi – non c’aveva mai riflettuto sopra a dovere. Anche perché la tesi grazie alla quale si è laureata in Ingegneria Ambiente e Territorio con 110 non affrontava esattamente questo problema. Anzi. Direi proprio che, come in tutte le trattazioni rigide, lo sfiorasse appena. Lasciandolo deliberatamente a lato. E poi, con quella magnifica sensazione che trasmettono gli ingegneri, la mia amica aveva inconsciamente realizzato la questione. Quasi senza sentire il dovere di esplicitarla – e magari senza sapere come confezionare la faccenda, visto che si occupa di Analisi e Chimica 4 e nel tempo libero di gatti cani e ciambelloni, mica di semiotica della scrittura.

Al di là di tutto questo, vado al sodo: è chiaro che non abbiamo un quadro oggettivo, autorevole e credibile della situazione dei suoli italiani - si, i suoli: la terraferma. Lo so, l’avete dimenticata perché sono decenni che al suo posto vedete sterminate distese di Nero-Nulla. In particolare, della situazione di metalli pesanti e metalloidi e degli agenti inquinanti. Le loro quantità, la loro incidenza, la loro pericolosità. E questo non perché non esistano Enti preposti alla verifica e al trattamento di questa tematica. Ma perché questi Enti – Arpa e Apat, principalmente – lavorano quasi esclusivamente sulla base di studi, informazioni e rapporti di rilevazione effettuati, certamente, da esperti del settore. Ma commissionati nella stragrande maggioranza dei casi – visto che la stragrande maggioranza dei terreni è proprietà privata – da privati. I quali, per evitare il rischio di doversi accollare le spese di bonifica di un eventuale suolo iper-arsenicizzato (?) o ridotto in chissà quale altro stato da cadmio, cromo, tallio, piombo, mercurio – ma anche perché la legge li obbliga - depositano quanto prima possibile un rapporto pagato a proprie spese. Che, come dire, salva loro il culo garantendoli da eventuali, successive rivalse statali.

Va bene, si. Le questioni non sono sempre tutte così sciolte. Soprattutto in questo ambito. Questo è un blog non è “Nature”. Che volete. C’è infatti una serie di altri aspetti dirimenti tipo il fatto che i suoli possano vantare naturalmente abbondanza di certi elementi (tipo: pare che i suoli sudafricani siano pieni di arsenico. Hai voglia a far pozzi). E non so nemmeno se la questione, posta in questi termini, sia corretta. Credo di si.

Però mi pare essenziale ed allarmante un fatto. E cioè che se per i mari, per le catene montuose e per i vulcani abbiamo la situazione abbastanza chiara sotto il profilo geo-morfologico, lo stesso non si possa affermare con altrettanta sicurezza per la qualità chimica dei suoi.

E attenzione. Attenzione a rubricare la cosa come scrupolo da cronista rompi-cazzi ecco il nuovo Erin Brockovich de noantri. Questo perché quei metalli pesanti poi tornano a noi – che pure ne abbiamo bisogno ma in quantità infinitesimali, non come Litvinenko che forse ha alzato un po’ il gomito. Fanno il percorso inverso: inesorabilmente. Finendo col sistemarsi dentro di noi. Andando a rimpolpare le loro tracce già presenti nel nostro organismo. Attraverso l’acqua, prima di tutto, e tutto il suo ciclo. E quindi attraverso i prodotti agricoli. E dunque anche attraverso gli allevamenti mediante i mangimi vegetali di cui si nutrono bovini ed ovini. Andando a sconquassare i nostri già sufficientemente disastrati equilibri chimici. Intaccati già in abbondanza da quella specie di immondizia invisibile che è l’aria che respiriamo tutti i giorni - dove pure risiedono i medesimi metalli pesanti.
"I metalli pesanti sono pericolosi perché tendono a bioaccumularsi.
Bioaccumulazione significa un aumento nella concentrazione di un prodotto chimico in un organismo biologico col tempo, confrontata alla concentrazione del prodotto chimico nell'ambiente. I residui si accumulano negli esseri viventi ogni volta che sono assimilati ed immagazzinati più velocemente di quanto sono scomposti (metabolizzati) o espulsi.
I metalli pesanti possono entrare nei rifornimenti idrici da scarti derivanti da consumi o industrie, o persino per effetto della pioggia acida che penetra nei terreni e porta i metalli pesanti nei corsi d'acqua, nei laghi, nei fiumi e nell'acqua freatica".

Qui, forse, potrete approfondite un po’, tanto per semplificare. Sono questioni note, direte – anche se credo non quanto dovrebbero esserlo.

A me premeva solo fare un salto in avanti. E sottolineare come in questo ambito ci sia addirittua preclusa la possibilità di disporre di una diapositiva attendibile ed oggettiva della situazione chimica dell’elemento centrale di quasi tutti i clicli chimico-biologici che coinvolgono l’essere vivente: la terra.

Hai voglia a Slow Food

4 hanno detto la loro:

Mimmo ha detto...

...non ci avevo mai pensato seriamente.
Sono delle questioni che purtroppo, come al solito, salgono agli onori della cronaca SOLO quando oramai non c'è nulla da fare!

Simone ha detto...

Esatto, caro Mimmo.

E invece ce le abbiamo dentro, nei tessuti dei nostri organi.

Caterina Narracci ha detto...

scusa il ritardo, ma ho avuto
parecchio da lavorare al giornale.
perdonami.
ti ho inviato un email.
ciao
caterina

Anonimo ha detto...

prova