16.1.08

IL TEATRINO DELLA SAPIENZA

Cerco di andare oltre. Anche perché il teatrino che è cresciuto come un fetido bubbone informativo ed è esploso negli ultimi due giorni infonde davvero una profonda tristezza. Come al solito, come sempre, il problema è a monte. Mai a valle. Mai.

La prendo alla lontana. Ma chiuderò altrettanto rapidamente.

È possibile, in generale, che un individuo che occupi un’importante carica – a causa dei suoi pensieri, delle sue opinioni su infiniti e delicati temi, dei suoi modi, altrettanto importanti – possa dividere l’opinione pubblica? Credo decisamente di si.

C’è dunque la verosimile (e direi sacrosanta) probabilità che, laddove la personalità in questione abbia in programma un intervento pubblico fuori dagli usuali contesti nei quali appare, la sua stessa apparizione possa, per il semplice fatto di essere messa in calendario, provocare divisioni, accesi dibattiti, contrasti.

Per quanto mi riguarda, queste divisioni non dovrebbero mai oltrepassare ottenere certi distorti obiettivi. Vale a dire, quelli che scalfiscono la libertà di pensiero. Di tutti, tranne i pochi casi previsti dai nostri codici civili e penali. Ma non è certo questo il caso.

Dalle dichiarazioni degli studenti e dei docenti della Sapienza che hanno sottoscritto, l’altro giorno, l’ormai famosa lettera viene fuori abbastanza chiaramente come al centro della contestazione non ci sia la figura istituzionale del Papa Cattolico – pur con gli infiniti spazi di risonanza di cui dispone -, bensì quella di chi ne incarna il ruolo in questo momento: Joseph Ratzinger.

Tanto più che ad occuparla c’è una persona della quale, da ogni ambiente cattolico, si rivendica la robustezza e la solidità come intellettuale e teologo, prima che come capo del cattolicesimo.

Mi domando, molto semplicemente, da intellettuale a intellettuale e da quel che volete a quel che volete: era davvero il caso, in questo contesto storico, in questo momento di grandi tensioni (soprattutto in Italia) proporre una candidatura assolutamente rispettabile ma così profondamente contraddittoria e generatrice di divisioni? Non era forse possibile optare – per un’occasione simbolica e molto sentita come l’inaugurazione dell’anno accademico della più grande università europea – per una personalità che unisse, magari in virtù dei suoi innegabili risultati scientifici o letterari?

7 hanno detto la loro:

Anonimo ha detto...

Condivido la tua posizione e aggiungo che uno dei principali crucci degli studenti non era quello della presunta contraddizione insita nel far venire un PAPA alla sapienza, quanto il fatto che con un personaggio del genere non è possibile instaurare quel DIALOGO di cui tutti si riempiono la bocca. Crediamo forse che delle domande che fossero andate al di fuori dell'adorazione incondizionata del pontefice avrebbero avuto spazio? no di certo.
si sarebbe trattato di un'apparizione a cui gli studenti avrebbero dovuto sottostare in silenzio. Giustamente non erano d'accordo.
Incommentabile poi la becera manipolazione da parte di tg e giornali dei fatti. Ma queste tanto conclamate rimostranze violente, mi spiegate dove si sono viste?

Anonimo ha detto...

Solo due brevi riflessioni, mie e personalissime, quindi assolutamente condivisibili o no.

1) Ratzinger è una figura nemica del relativismo. Per molta parte della Chiesa e per certa parte della società il relativismo - dopo il periodo di grande moda dal '68 al 2001 - è stato riconosciuto come qualcosa di pericoloso. E' diffuso, c'è ovunque, lo insegnano all'asilo quando ripetono sempre ai bambini che tutto è giustificabile se le condizioni sono queste o quell'altre. Un personaggio che divide, se c'è una posizione che si segue, è un personaggio anche che indica. Una scelta educativa, nel caso di una università.

2) Inaugurazione dell'anno accademico. Sarà colpa mia che vivo nella provincialissima Torino, ma qui nessuno ha mai avuto (di noi studenti) la possibilità di intervenire o aprire un dibattito. Ci sono, alle volte, dei relatori di spicco, parlano, e chi è presente si arricchisce con quello che dicono e poi, una volta uscito, può ritenere che siano tutte fregnacce o che siano le verità più auree della sua vita. Il dialogo con un personaggio di calibro simile, non sta nell'urlargli "coglione!" mentre parla, se dice di non usare il preservativo (cosa che non avrebbe fatto in quella sede), ma semmai ribattere allo stesso livello, in fase successiva, pubblicando saggi o ricerche. O comunque, la sua si presentava già come una "risposta" alla prevalente interpretazione della figura galileiana, ergo era già lui a ribattere.

Comunque sia l'idea mia è che lo scandalo sia nato dal fatto che il governo non abbia garantito la sicurezza di un capo di stato straniero e che degli studenti e dei professori non abbiano capito che opportunità avevano di vedersi il papa lì davanti a tenere lezione. Tutto qui, che siano cattolici o mussulmani si sono dati un martello sulle gonadi, e mi ferisce che il concetto della nostra società (quello di avere sempre il diritto di "protestare" - sempre e comunque, a priori) trionfi tutte le volte che c'è il profilarsi di un dibattito. Se ci fate caso non capita mai dopo, in fase di discussione, ma prima. Bush non lo si ascolta, perchè è il male. Ratzinger non lo si ascolta, perchè è il male. Sarò vittima di un lavaggio del cervello, ma vedo un livellamento nella protesta che è davvero verso il basso e mi sembra molto più da lavaggio del cervello del mio voler ascoltare.

SaPa ha detto...

Infatti, caro Rettore Guarini ma le sembra il momento si svegliar il can che "dorme"...

laicamente

Sara

SaPa ha detto...

Infatti, caro Rettore Guarini ma le sembra il momento si svegliar il can che "dorme"...

laicamente

Sara

Mimmo ha detto...

...francamente possiamo fare a meno di Ratzy e della Chiesa, oggigiorno. I problemi seri e reali sono BEN altri.
Scandaloso il lecchinaggio dei Media e della Politica!!!!

Anonimo ha detto...

Personalmente credo che il Papa avesse il diritto di andare a parlare in quell'occasione. Ma ritengo anche che i professori e scienziati che si sono visti mettere mille volte i bastoni tra le ruote da Joseph Ratzinger, avessero anch'essi diritto a protestare.
Ritengo invece assurda l'incredibile polemica nata da questa vicenda e montata ad'arte dai media sempre più mansueti, in un paese sempre più alla deriva.
Sapete cosa succederà in un paesino del bresciano domenica? In segno di solidarietà col Pontefice alcuni esponenti della Lega hanno organizzato in piazza il rogo della lauree. Bruceranno le loro lauree! VI rendete conto? Il rogo!!
Questa più i rifiuti in Campania = Medioevo!!!!

LeLait ha detto...

Non credo che ci sia tanto da stupirci. L'Italia è sempre stata un paese segnato da forti contraddizioni e paradossi insuperabili. E la chiesa rientra inevitabilmente in questa situazione di tensione. sono daccordo con te, Simo, inevitabilmente. E trovo che sia un bene, se non una necessità, che vi sia una protesta, che qualcosa si muova ( eppur si muove!), e che non si resti imbrigliati nel silenzio liturgico di un dialogo che fatica ancora ad essere accettato.