25.6.08

MISTERI ITALIANI: SEMPRE UN MILLIMETRO SOTTO LA MELMA

Certe volte mi vergogno davvero tanto. Nel profondo, come quando si è colpiti nella dignità. Sarà che ho sempre avuto un intenso (anche pesante, per alcuni presunti amici) senso civico, che assistere a certe scene mi ripugna non solo, come dire, superficialmente. Ma proprio come essere umano, prima ancora che come cittadino e come (mero) elettore. Un concetto di giustizia, direi, quasi greco-romano, fondato nella realtà naturale. Un giusnaturalismo post-moderno, ecco.

Direte, sbeffeggiandomi, che l'Italia era il peggior paese nel quale uno con una testa e con delle idee del genere potesse ritrovarsi a vivere. Sotto ai baffetti (sudati) abbozzo un mezzo sorriso spento, mio malgrado vi accordo la ragione. E vado avanti.

Non è poi l'ultimo caso - quello del pluriomicida con codazzo criminale al seguito che uscirà domani per decorrenza dei termini a Foggia - o la scoperta - faccio ammenda, non avevo mai inquadrato il fatto - che il capo della banda della Magliana sia sotterrato in una basilica cattolica fra le più importanti della capitale.

È il complesso, il sistema-Paese che ne esce fuori. Il segno che questi fatti gravissimi (mi) passano. Non ho infatti dubbio alcuno che misfatti, misteri e segreti del genere abbiano luogo ovunque, nel mondo. Le conache ce ne danno prova ogni giorno, da sempre. Per me che sono appassionato di storia, poi, non è certo una novità: il mondo antico, ma anche il Novecento, sono disseminati di enigmi all'apparenza insolubili. Ma proprio da questa passione, nasce anche una certezza parallela: in Italia gli "archivi" non si aprono mai. La puzza resta sempre e comunque ben sigillata all'interno delle solite camere, secretata alla cittadinanza, nascosta (ma quanto, poi?) alla pubblica opinione. Anche decenni più tardi.

Si preferisce, da parte di chi sa, di chi nasconde, di chi conosce mezze verità, di chi avrebbe - dopo tanti anni - solo interesse a chiarire certe questioni, relegare la gente al tragico circolo vizioso dell'ipotesi da bar, delle chiacchiere da divano e delle dietrologie cui chiunque non abbia l'essenziale per farsi un'idea è costretto a ricorrere. Nei casi migliori, delle inchieste giornalistiche che riescono a scovare qualcosa di nuovo ma vendono duecento copie e via, nessuno se ne ricorderà.

Non converrebbe a tutti - anche a chi ne è stato direttamente coinvolto, agli eredi, o al Vaticano nello scivoloso caso-Marcinkus - tentare di sollevarsi un millimetro oltre la melma?

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