18.11.05

I colori della società

Mia madre l'altro giorno ha comprato un set di bicchieri da cucina.
Niente di eccezionale, oggetti da pochi euro: da utilizzare tutti i giorni per il pranzo e la cena.

Solo che questi bicchieri hanno una caratteristica fondamentale: vi sono impresse delle margherite stilizzate racchiuse in tante piccole cornici colorate dei colori più tenui e delicati che ci siano.

Poi ieri mi sono comprato un paio di maglioncini. Uno celeste e l'altro rosa.

Da tutto questo - e dalla mia reazione neurologica a questi colori - mi viene una riflessione elementare ma sacrosanta:

avete mai pensato al fatto che molto probabilmente l'Uomo del futuro (?) non vedrà più colori?
O meglio: avrà una gamma assai ristretta di colori a disposizione?

Partite poi da questo presupposto: il nostro occhio percepisce solo una piccola parte delle onde luminose esistenti in natura. Quindi partiamo già svantaggiati e menomati.
A questa parte corrisponde uno spettro di sette colori: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’ìndaco e il violetto.

Noi li facciamo fuori praticamente tutti, per ripiegare spesso verso tinte "piane" e convergenti sul grigio, l'indaco, il nero o il bianco.

L'ho notato dalla reazione che hanno avuto i miei occhi nel momento in cui si sono posati sui bicchieri e sui maglioni: è ovviamente scorretto avanzare ipotesi sulla base dell'introspezione - questa linea psicologica è stata battuta e superata più di settant'anni fa - però credo davvero che il mio cervello abbia risposto differentemente di quanto faccia solitamente.

Ho avuto come una sorta di "botta" psichica davanti a tutto quel celeste, quel verde, quel giallo limone, quel rosso sangue.

D'altronde lo studio dei colori coinvolge diverse discipline quali la fisiologia, per quanto riguarda il funzionamento dell'occhio e la generazione, elaborazione, codifica e trasmissione dei segnali nervosi dalla retina al cervello; la psicologia per quanto riguarda l'interpretazione dei segnali nervosi e la percezione del colore.
Senza dimenticare la psicofisica che studia la relazione tra lo stimolo e la risposta del sistema visivo.

Pensandoci bene, la società contemporanea - soprattutto nelle sue declinazioni commerciali - non ci offre grande scelta cromatica - o forse siamo Noi che tendiamo ad omologarci: prendete le auto, le scarpe, gli abiti. Al di là di quelle tre/quattro tinte, di colori differenti proprio non se ne trovano.
Non sono previsti nella gamma produttiva.

Per non parlare dell'edilizia e dell'urbanistica: siamo avvolti da grigi nauseabondi.

E allora anche uno stupidissimo bicchiere colorato può far bene.

Fate attenzione la prossima volta che andrete a fare qualche acquisto.

Intanto vi consiglio un libro fotografico che di colori ne contiene tantissimi e la cui lettura è davvero qualcosa di sensazionale.
Si tratta di "Visioni", un libro uscito da poco per Arcana: racchiude tutta la storia visiva dei Pink Floyd.
Dalle copertine ai clip, una fenomenale esperienza per l'Occhio.
E magari un bel regalo per chi amate.

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