17.11.05

Nessun uomo è un'isola

C'è un passo, in un libro di Amos Oz (ecco un'intervista dall'Unità di un paio di anni fa), davvero importante.
Il testo è "Contro il fanatismo" (Feltrinelli, 4,50 euro).

Riprendendo John Donne, lo scrittore israeliano sviluppa la celebre affermazione "Nessun uomo è un'isola" coniando ed innestandovi il concetto di penisola.

Dice così:
"Nessun uomo e nessuna donna è un'isola, siamo invece tutti penisola, per metà attaccate alla terraferma e per metà di fronte all'oceano, per metà legati alla famiglia e agli amici e alla cultura e alla tradizione e al paese e alla nazione e al sesso e alla lingua e a molte altre cose.
Mentre l'altra metà chiede di essere lasciata sola, di fronte all'oceano.
Credo che ci si debba lasciare il diritto di restare penisola. Ogni sistema sociale e politico che trasforma noi in un'isola darwiniana e il resto del mondo in un nemico o un rivale, è un mostro.
Ma al tempo stesso ogni sistema sociale, politico e ideologico che ambisce a fare di ognuno di noi null'altro che una molecola di terraferma, non è meno aberrante.
La condizione di penisola è quella congeniale al genere umano.
E' quello che siamo e meritiamo di restare.
Così, in un certo senso, in ogni casa, famiglia, in ogni relazione umana, stabiliamo un contatto con un certo numero di penisole, e faremmo meglio a rammentare tutto questo, prima di tentare di foggiare l'altro, di farlo voltare e pretendere che imbocchi la nostra strada quando invece ha bisogno di trovarsi di fronte all'oceano, per un certo tempo".

Ed aggiunge, riguardo la questione che più lo coinvolge, da sempre:
"Ciò vale per gruppi sociali e culture e civiltà e nazioni e certamente anche per israeliani e palestinesi. Nessuno di loro è un'isola e nessuno di loro potrà mai amalgamarsi completamente con l'altro.
Queste due penisole dovrebbero essere in contatto e al tempo stesso sole con se stesse.
So bene che è un messaggio insolito, in questi tempi di violenza e rabbia e ritorsioni e fondamentalismo e fanatismo e razzismo sfrenati in Medio Oriente, così come altrove.
Ma il senso dell'umorismo, l'immaginare l'altro, il riconoscere la nostra comune natura di penisole possono rappresentare una parziale difesa dal gene fanatico, che tutti abbiamo insito in noi".

Quando la letteratura supera la mente per arrivare a darci la vita.

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