11.9.06

Lo Spirito del Terrorismo


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"E' questo lo spirito del terrorismo. [...] Non attaccare mai il sistema in termini di rapporti di forze. [...] Spostare invece la lotta nella sfera simbolica, dove la regola è quella della sfida, della reversione, del rilancio. Una lotta tale che alla morte si possa rispondere solo con una morte uguale o superiore".

Jean Baudrillard, "Lo Spirito Del Terrorismo", Milano 2002, Raffaello Cortina Editore, pagg. 45, euro 6,50

Oggi sono cinque anni.

Di tutte le analisi che ho letto, ascoltato e guardato - purtroppo l'unico modo che ho di spiegarmi le cose è leggere, leggere, leggere e poi pensare e parlare -, solo una mi pare ormai da anni adeguata ad inscatolare un evento di per sé non incorniciabile. Una tragedia davvero mostruosa che, in quanto tale, ha posto fine allo "sciopero degli eventi".

Ed è proprio l'autore di questa formula, lo "sciopero degli eventi" che aveva preceduto l'11 settembre 2001, a rimanere a tutt'oggi l'unico ad aver fornito una chiave di interpretazione certo contraddittoria e difficile da mandar giù quanto volete, ma intellettualmente condivisibile e, soprattutto, per nulla rassicurante. E dunque onesta, come chiave di lettura - le spiegazioni a posteriori sono sempre "facili" e sanguigne perché debbono essere rassicuranti. Questa non lo è, e qui sta uno dei suoi punti di forza.

E' per questo che, anche se forse l'ho già fatto, vi consiglio un libriccino piccolo piccolo ma grande grande, intitolato "Lo Spirito Del Terrorismo".

L'autore è Jean Baudrillard, teorico dell' "estasi della comunicazione", il sociologo della modernità, insieme solo a Zigmunt Bauman.
Per chi non lo conoscesse: si tratta di un autore "complicato", geniale e però - paradossalmente - quasi mai totalmente condivisibile. Anche nel libro - che poi è un articolo uscito in prima pubblicazione su Le Monde del 3 novembre 2001 - ci sono passaggi particolarmente duri da sottoscrivere.
Ma nell'economia generale, poi, tutto torna. Davvero.

Sarebbe un atto di superbia trattarne qui, in un misero post.

Rimane però un fatto, incontrovertibile: che la "quarta guerra mondiale è altrove. E' ciò che incombe su ogni ordine mondiale, su ogni dominio egemonico - se a dominare il mondo fosse l'islam, il terrorismo prenderebbe l'islam a bersaglio. Perché è il mondo stesso che resiste alla mondializzazione".

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