30.10.06

La rivoluzione "pareggiativa" del Tg1 di Riotta

Mi ero riproposto di portare avanti questa mia analisi con maggiore perizia massmediologica. Ma tant'è: accontentatevi di qualche mia scoppiettante riflessione, che il tempo è poco e i topi ballano e io tengo da fare (?).

Da quando Gianni Riotta è stato designato alla direzione del Tg1, le cose sono cambiate. E di molto. Però voglio spiegarmi esaurientemente, altrimenti rischio di non essere compreso. E rischio pure di attribuire valore innovativo ad un fenomeno, come dire, puramente "pareggiativo". Sotto ogni punto di vista.

Numerose sono le modifiche apportate alla prassi della messa in onda. E - attenzione - numerose sono anche le differenziazioni a livello di scaletta, di impaginazione, di corredo grafico-testuale e di sostanza giornalistica. Nonché di "agenda setting", per così dire e per usare un'abusatissima categoria delle teorie massmediatiche.

Ciò non toglie che Gianni Riotta non abbia innovato il telegiornale alla testa del quale è stato posto. Lo ha solo precipitosamente svecchiato. Lo ha svegliato bruscamente e in tutta fretta dal letargo in cui i precedenti direttori lo avevano sistemato. Più o meno, dal neolitico: 10mila anni fa.

Ecco allora che spuntano come per magia numerosi rimandi (almeno due dello speaker di turno più diversi altri in grafica) al sito internet del Tg1, divenuto peraltro punto di raccolta di sondaggi, discussioni ed approfondimenti. Ecco che, a corredo dei servizi di maggiore spendibilità tematica la grafica ci vengono segnalati dei siti in soccorso. Pochissima roba. Fanno ridere gli internauti esperti. Ed anche quelli "timidi". Però ci sono, quei rimandi. Eccome se ci sono. E prima non c'erano. Messaggio: internet esiste, signorina tv generalista.

Anche sotto il profilo della scaletta, Riotta sta tentando pericolosamente di ridimensionare (o almeno di alternare appena, di tanto in tanto, l'esposizione in vetrina) le beghe politiche che non siano di effettiva importanza. E di valorizzare, al contempo, le scadenze storiche, di costume, oltre che di riflessione (un'intervista, per quanto annacquata, al teorico dell'islam Ramadan non l'avevo mai vista in tv a quell'ora). Ieri sera c'era l'anniversario dell'inondazione fiorentina, con relativo lancio della copertina di Speciale Tg1 - che mi pare sempre in maggiore sinergia col Tg1 e quasi in sua chiave d'approfondimento. Anni fa vagava nel nulla. Ecco ancora che i confronti, rapidi scambi di battute, botta e risposta che non siano fra i soliti nomi dell'intellighenza vengono proposti più di frequente, più rapidamente, come brevissimi corsivi o sintesi di vicende incasinatissime.

Tutte cose che i telegiornali di tutto il mondo - guardo spesso la Bbc World, ma so che il modello è senz'altro inimitabile - fanno con costanza da almeno due lustri.

Però, diamine: ci voleva qualcuno che iniziasse a farlo anche in quello scassone di telegiornale che rimane pur sempre - non dimentichiamocelo - il principale mezzo d'informazione del nostro paesetto.

Il nostro tabloid quotidiano. E allora meglio che sia un tabloid, per quanto possibile, al passo coi tempi e dignitoso.

1 hanno detto la loro:

Anonimo ha detto...

Simo carissimo,
ho molto apprezzato la tua riflessione ma ci tengo a ricordarti che tg "nuovi" esistono già: da almeno un anno, nella nostra modesta dimora, seguiamo(oltre a quelli della radio) soltanto quello de La7 che, in quanto ad innovazione, nel suo piccolissimo è lontano anni luce dai tg del neolitico che ci propina acora mamma rai.
Abbraccioni e salutoni a te, mother and father! Anna Maria