21.11.06

"Central Park è un Tappeto Arcadico sintetico"


"La stessa idea di paesaggio si è infitta in questo irrigidimento funzionale delle forme del mondo come una farfalla fissata con uno spillo in una teca da collezione.
Assunto come servizio sociale nel ruolo di verde urbano, ritagliato in parchi protetti, standardizzato in immagini turistiche di maniera, impiegato come fondale per narrazioni cinematografiche o televisive, il paesaggio si è costituito come sistema organizzato di esperienze e di immagini, trasformandosi in spettacolo di massa.
Non che esso sia definitivamente tramontato sull'orizzonte del nostro destino culturale. Al contrario, proprio in questo la sua stessa idea ha trovato conferma del caratere eminentemente storico che lo distingue, del suo darsi come adesione alla natura, irriflessa e ricca di pathos, eppure ogni volta in qualche modo orientata da un imperioso dominio sociale.
Prendere atto della situazione attuale non significa quindi essere giunti al termine di un processo concluso, ma solo descrivere una contemporaneità altrettanto incerta e fluida quanto lo furono tutte le epoche passate. La "tipizzazione" del paesaggio, quale ci è stata lasciata in eredità dal XX secolo, non è che il risultato di energie collettive rispetto alel quali siamo tutti, a un tempo, soggetto e oggetto.
Per superarla, non resta quindi che prenderne criticamente coscienza. La storia, d'ora in avanti, dovrà limitarsi a procedere, più che per il passato, per figure esemplari, emergene pregnanti, caratterizzazioni generali".
Maurizio Vitta, "Il paesaggio. Una storia fra natura e architettura", Einaudi, Torino 2005, pag. 286

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