28.11.06

Il Prete Gianni? Quello c'aveva altro da fare, c'aveva.


Mica perché: ma che diavolo di fine avranno fatto i fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi?

Dai: non venitemi a raccontare la storia che li ha rapiti il Prete Gianni una volta sbarcati in Etiopia.

Quello c'aveva ben altro da fare, c'aveva.
Cioè, voglio dire: fossi stato il Prete Gianni, di Ugolino e Vadino me ne sarei sbattuto i coglioni. Li avrei rimandati a casa a calci in culo. Avrei detto loro di tornarsene da dove cavolo erano venuti, dal compare Tedisio Doria, altro che romper le scatole a chi c'ha da lavorare, da badare a diecimila persone a pasto, a cinquecento camerieri e a quella marmaglia di nani, giganti, ciclopi, centauri, minotauri, esseri con la testa di cane, creature con la faccia sul petto e senza testa e via elencando. Dimmi tu se uno (anzi due, quei due) può scassare le palle al signore delle Tre Indie bussando al suo porto con nient'altro che due galee semidistrutte. Che, al massimo, da Genova potevano portarli in Corsica, i Vivaldi. Altro che Etiopia. Dove cazzo vai con due galee, è come fare un rally con l'Ape-cross.
Quindi devono per forza aver fatto un'altra fine. Per forza.
Chi ne sa di più?

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