16.4.07

Kamikaze della post-modernità


Ormai le aspettiamo come un fatto drammatico ma inevitabile. Dite la verità, ormai è un'abitudine. Di tanto in tanto, ciclicamente, esce la notizia: ennesima strage in un campus americano, tot morti, tot feriti, morto il killer, etc. etc.

Che poi, detto per inciso, a me 'sta cosa che quasi sempre il ragazzo o i ragazzi protagonisti delle sparatorie finiscono col morire me li fa raffigurare come disperati kamikaze della post-modernità. Un fatto terrificante, di assoluta mestizia.

Stavolta - dopo la strage del Colorado, nel 2006 - è toccato alla Virginia, nel campus scientifico Virginia tech.: almeno 22 morti, dice la polizia in questo momento. Un dramma. Una delle più grandi tragedie mai registrate in ambito civile. Anche se - per correttezza - c'è da dire che non c'è certezza sull'identità dei killer: potrebbero essere anche due balodi barricatisi negli edifici, come era accaduto qualche mese fa con un evaso.

Rimane e torna in testa la strage di Columbine. E soprattutto il mai troppo ascoltato documentario premio Oscar 2002 di Michael Moore, "Bowling for Columbine".

Di Moore si può pensare quel che si vuole, senz'altro - io ne penso piuttosto bene. Ma quel documentario - che io vidi appena disponibile in dvd, me lo aveva procurato mio padre - ha il merito imperituro di individuare con chirurgica esattezza la radice di certi problemi, che spesso sembra complicata e che in realtà è semplicissima: l'aggressività diffusa della società americana, in particolare di certa società americana. E l'immensa facilità con cui ci si può procurare delle armi.

Io, qui - ovviamente partendo dal presupposto che non si sia affiliati a qualche gang criminale - non saprei a chi rivolgermi. Lì mi sarebbe bastato aprire un conto corrente in una certa banca. O rivolgermi al primo rivenditore della mia città.

Prima di scodellare complicate disquisizioni sociologiche sul disagio dei giovani, sulla vuotezza delle nuove generazioni tutto computer e niente cuore e bla bla bla bisognerebbe toglier loro i giocherelli dalle mani.

5 hanno detto la loro:

Threeballs ha detto...

Putroppo la società americana si deve rendere conto che deva abolire una "tradizione" nociva come quella della liberalizzazione della detenzione di armi.
Perchè ho utilizato il termine "Tradizione"?
Semplice.......non vogliono abbandonare l'orgogliosa idea di poter difendere i prorpi beni con la forza così come si faceva 200 anni fà......al tempo dei cercatori d'oro.

E' ridicolo.

Simone ha detto...

Già Three. Più che ridicolo è, appunto, radicatissimo. Rientra appunto nell'idea di avere il diritto/dovere di difendere quanto ci si è costruiti.
Forse anche perché è inesistente un sistema di ammortizzatori sociali che dia agli americani una sensazione di sicurezza e che lanci il messaggio: "Se la vita ti toglie quanto hai guadagnato, lo Stato ti difende". Non è così. E allora tutta una serie di atteggiamenti. Fra cui, latamente, rientra anche quello della detenzione delle armi.

Anonimo ha detto...

Premesso che sono contro la libera detenzione delle armi, in realtà non sono d'accordo che siano loro la causa di certi malesseri della società americana come mostratisi nell'ultima tragica pistolettata. Infatti, la detenzione di armi, a mio avviso, non è un problema di inefficacia di ammortizzatori sociali, ma una radicata tradizione storico-sociale tipica di un paese che, da sempre, ha vissuto di terre da conquistare (tanto pe banalizzare, ma non troppo, vedi "alla conquista del WEST")e spazi ampi e desolati in cui l'unico senso di sicurezza è l'autodifesa... in chiave evolutiva, tutto ciò ha portato, sempre secondo me, ad una percezione molto differente dalla nostra della violenza privata, ad una sorta quasi di "normale" istintualità che verrebbe espressa anche in una condizione di superefficienza di chi è preposto a proteggere... insomma, la violenza privata non vive di paura o di sensazione di insicurezza o impossibilità di sentirsi garantiti, ma di semplice tradizione culturale.
Forse può sembrare una visione un pò ardita (e semplicistica), ma a me pare così, e tra l'altro, tale dinamica non mi senbra affatto differente da quelle di paesi medioerientali dove girare armati è prassi comunemente diffusa tra la popolazione (nonostante bassi livelli di criminalità).
Ma ritornando alle vicende di cui si parlava, e nello specifico, l'ultimo episodio di cronaca, a mio parere se il tizio non avesse avuto due pistole avrebbe agito con una ruspa... il suo movente era un malessere che avrebbe esercitato in modo diverso se non avesse avuto le pistole ma, a mio avviso, con i medesimi (tragici) risultati. Il vero grande problema di tutta questa storia, secondo me, è che la società americana partorisce (oppure ospita) individui che maturano forti sentimenti di repulsione contro la società stessa, verso cui poi, finiscono con lo sfogarsi... ma non sentimenti di matrice politica, oppure rivolti contro il vertice... si tratta di repulsione contro ciò che in fondo si è, si è diventati o si viene spinti a diventare!
Ok, la smetto :-) ... con la sociologia da bar, stasera, ho proprio esagerato. :-) .. non farci caso, anche perché avrò scritto un mucchio di cavolate... leggi e fattici una risata ;-)
Ciao D

Simone ha detto...

Beh, Diego. Non è che si dicesse molto di diverso da quanto affermi tu - parlo delle armi. Semplicemente, si aggiungeva che questa "istintualità tradizionale" - pur, come dire, antropologicamente spiegabile - sarebbe dovuta sparire, nella moderna civiltà di massa in cui è lo Stato a garantirti e a difenderti, e non te medesimo.
Come per la pena di morte, ci vedo un grandissimo difetto della sicurezza sociale e di assunzione di resonsabilità da parte della struttura statuale in questa questione.


Nel secondo caso: beh, se avesse avuto una ruspa a disposizione si sarebbe incagliato alla prima botta e avrebbe senz'altro fatto meno vittime piuttosto che in una spedizione stile-Doom. Non credi?
Dopodiché è chiaro che si può uccider eanche con una matonata in testa, ma siamo in un altro ambito.
Questo ha preparato un blitz.

Threeballs ha detto...

Penso che questa mentalità sia nata in un periodo in cui la legge e le istituzioni non fossero molto presenti nelle sconfinate praterie americane......

......ma oramai dovrebbero rendersi conto che sarebbe ora di eliminare questo modo di pensare un pò antiquato.

P.s non diementichiamoci che in america è una delle nazioni (forse è meglio dire federazione di stati) in cui la pena di morte è ancora applicata.

Penso che tutte e due le questioni (armi e pena di morte) siano una sorta di lampadina della schizofrenia di una società che tenta di tovare un equilibrio ma ha degli scheletri nell'armadio da eliminare

cosa ne pensate?