Un momento della trasmissione di ieri sera AnnoZero su RaiDue.
La puntata di ieri sera di AnnoZero è stata un raro - rarissimo - evento di "buona televisione", come non se ne vedeva da qulache anno a questa parte - e non è curioso che ci sia voluto il fazioso Santoro, ideologizzati e demoagoghi dei miei stivali?
Anzitutto linguisticamente. E cioè: la trasmissione è stata orchestrata stupendamente. Piazzando il breve documentario della BBC quale baricentro delle due ore e mezzo previste, gli autori hanno azzeccato sia gli ospiti che gli spazi ad essi dedicati. E soprattutto la cronaca di quanto è accaduto in Italia.
Poi nei contenuti. Inutile specificare che il reportage inglese "Sex and the Vatican" è tutt'altro che spazzatura, come molte cornacchie stramazzanti andavano cianciando nelle scorse settimane. Piuttosto, si tratta di una pura rassegna di alcuni casi di pedofilia verificatisi - diabolicamente con le medesime costanti e lo stesso immobilismo ecclesiale - in mezzo mondo, dall'Irlanda al Brasile.
Peraltro, si è trattato di casi sui quali - mi pare - tribunali civili hanno emesso sentenze passate in giudicato. Quindi: non illazioni od ipotesi, ma narrazione di risultati giudiziari. E raccolta - pacata, elegante nel dramma, puntuale - di testimonianze delle vittime.
Nulla di originalissimo, giornalisticamente parlando. Un sano, snello e però profondo reportage in pieno stile anglosassone. Niente di più, niente di meno.
Dal quale, però, esce una tesi che mi pare innegabile: al di là del famigerato documento "crimen sollicitationis" (alla fine, un prontuario su come gestire i rapporti con la giustizia civile e l'opinione pubblica in casi come la pedofilia. Soluzione: tenere il segreto), si pone sotto accusa l'intera politica omertosa di larghi strati delle gerarchie ecclesiastiche che - nei casi narrati - mai sono intervenute per risolvere ma per insabbiare. Mai hanno prestato soccorso alle vittime, ma se possibile le hanno pressate a tacere. Mai - se non grazie alla pazienza del procuratore distrettuale di Houston, tanto per fare un esempio - hanno acconsentito a processi civili.
Punto. Poco altro da dire. E infatti AnnoZero e il suo conduttore Michele Santono hanno abilmente evitato di alzare i toni. Hanno doverosamente concesso ad un prete molto abile nello svicolamento, come Monsignor Rino Fisichella, tutto il tempo che ha voluto. Hanno invitato il lato più battagliero e stimabile della lotta alla pedofilia - don Fortunato di Noto. Ed hanno chiamato in studio - al di là della superflua presenza di Piergiorgio Odifreddi - l'autore del documentario.
Ma lo snodo, paradossalmente, non è stato il tanto temuto filmato.
Piuttosto, il culmine del programma è stato il racconto - abilmente diviso in due parti - dei nostri casi di pedofilia, delle nostre vergogne che i nostri vesovi rifiutano di accettare e punire - checché ne dica Fisichella. E che sono cominciati ad emergere solo nei mesi scorsi grazie alle attenzioni dei giornali liberi e seri.
In particolare le estenuanti testimonianze - alcune schermate, altre no - degli uomini e delle donne che hanno avuto la sventura di passare sotto le grinfie di un prete fiorentino, don Cantini, del quale avevo appunto già letto su Repubblica. Davvero un momento di altri tempi. Per la dignità dei racconti, la semplicità terribile delle confessioni, l'abilità drammatica di Santoro e la costruzione della tramissione, che ai fatti esteri ha saputo giustapporre come un guanto la cronaca diretta e chiarissima di quanto accaduto a Firenze, al Mugello e in Toscana per opera di quella specie di setta guidata da don Cantini.
Ho spento, alle 23,35, con una soddisfazione che aspettavo da tempo. E cioè quella di poter rinfacciare a tutti gli ideologi, a tutti i demagoghi, a tutti i censori e a tutti i faziosi di basso livello un intenso momento televisivo. Architettato da un professionista che, al netto delle idee mai nascoste, sa fare informazione pulita, fruibile da tutti al vaglio della propria coscienza.
E che in chiusura, proprio sui titoli di coda, ha giustamente sottolineato: "Le cose migliori, alla fine e con un po' di difficoltà, le fa la Rai".
E' possibile rivedere l'intera puntana sul sito di AnnoZero.
La puntata di ieri sera di AnnoZero è stata un raro - rarissimo - evento di "buona televisione", come non se ne vedeva da qulache anno a questa parte - e non è curioso che ci sia voluto il fazioso Santoro, ideologizzati e demoagoghi dei miei stivali?
Anzitutto linguisticamente. E cioè: la trasmissione è stata orchestrata stupendamente. Piazzando il breve documentario della BBC quale baricentro delle due ore e mezzo previste, gli autori hanno azzeccato sia gli ospiti che gli spazi ad essi dedicati. E soprattutto la cronaca di quanto è accaduto in Italia.
Poi nei contenuti. Inutile specificare che il reportage inglese "Sex and the Vatican" è tutt'altro che spazzatura, come molte cornacchie stramazzanti andavano cianciando nelle scorse settimane. Piuttosto, si tratta di una pura rassegna di alcuni casi di pedofilia verificatisi - diabolicamente con le medesime costanti e lo stesso immobilismo ecclesiale - in mezzo mondo, dall'Irlanda al Brasile.
Peraltro, si è trattato di casi sui quali - mi pare - tribunali civili hanno emesso sentenze passate in giudicato. Quindi: non illazioni od ipotesi, ma narrazione di risultati giudiziari. E raccolta - pacata, elegante nel dramma, puntuale - di testimonianze delle vittime.
Nulla di originalissimo, giornalisticamente parlando. Un sano, snello e però profondo reportage in pieno stile anglosassone. Niente di più, niente di meno.
Dal quale, però, esce una tesi che mi pare innegabile: al di là del famigerato documento "crimen sollicitationis" (alla fine, un prontuario su come gestire i rapporti con la giustizia civile e l'opinione pubblica in casi come la pedofilia. Soluzione: tenere il segreto), si pone sotto accusa l'intera politica omertosa di larghi strati delle gerarchie ecclesiastiche che - nei casi narrati - mai sono intervenute per risolvere ma per insabbiare. Mai hanno prestato soccorso alle vittime, ma se possibile le hanno pressate a tacere. Mai - se non grazie alla pazienza del procuratore distrettuale di Houston, tanto per fare un esempio - hanno acconsentito a processi civili.
Punto. Poco altro da dire. E infatti AnnoZero e il suo conduttore Michele Santono hanno abilmente evitato di alzare i toni. Hanno doverosamente concesso ad un prete molto abile nello svicolamento, come Monsignor Rino Fisichella, tutto il tempo che ha voluto. Hanno invitato il lato più battagliero e stimabile della lotta alla pedofilia - don Fortunato di Noto. Ed hanno chiamato in studio - al di là della superflua presenza di Piergiorgio Odifreddi - l'autore del documentario.
Ma lo snodo, paradossalmente, non è stato il tanto temuto filmato.
Piuttosto, il culmine del programma è stato il racconto - abilmente diviso in due parti - dei nostri casi di pedofilia, delle nostre vergogne che i nostri vesovi rifiutano di accettare e punire - checché ne dica Fisichella. E che sono cominciati ad emergere solo nei mesi scorsi grazie alle attenzioni dei giornali liberi e seri.
In particolare le estenuanti testimonianze - alcune schermate, altre no - degli uomini e delle donne che hanno avuto la sventura di passare sotto le grinfie di un prete fiorentino, don Cantini, del quale avevo appunto già letto su Repubblica. Davvero un momento di altri tempi. Per la dignità dei racconti, la semplicità terribile delle confessioni, l'abilità drammatica di Santoro e la costruzione della tramissione, che ai fatti esteri ha saputo giustapporre come un guanto la cronaca diretta e chiarissima di quanto accaduto a Firenze, al Mugello e in Toscana per opera di quella specie di setta guidata da don Cantini.
Ho spento, alle 23,35, con una soddisfazione che aspettavo da tempo. E cioè quella di poter rinfacciare a tutti gli ideologi, a tutti i demagoghi, a tutti i censori e a tutti i faziosi di basso livello un intenso momento televisivo. Architettato da un professionista che, al netto delle idee mai nascoste, sa fare informazione pulita, fruibile da tutti al vaglio della propria coscienza.
E che in chiusura, proprio sui titoli di coda, ha giustamente sottolineato: "Le cose migliori, alla fine e con un po' di difficoltà, le fa la Rai".
E' possibile rivedere l'intera puntana sul sito di AnnoZero.
3 hanno detto la loro:
Allora, questa è un'ingiustizia... che io dalla Francia non riesca a vedere la puntata dall'estero per i diritti d'autore mi fa proprio ridere... e gli 'italiani' all'estero? sarà perchè non paghiamo il canone?
Però forse Santoro è stato un po' troppo soft.
@ lelait: è così ovunque. La ai ha pagato 20mila euro per quel documentario. E lo deve regalare alla tv di Sarkozy? ;)
@ Nicolò: è vero, è stato soft. Ma a tratti ha avuto le sue tipiche fibrillazioni. E poi doveva essere soft per non fregarsi da solo. E' stata insomma una bella prova di professionismo.
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