Domenica, a pranzo, si parlava di sogni ricorrenti. Questo perché mia nonna, dopo tanti anni, ha ripreso a sognare con una certa frequenza il mio povero nonno. Il quale pare che da qualche tempo le si presenti con aria di sfida e, tacendo, le sfugga continuamente.
Per me è stata un’occasione per focalizzare su un aspetto che non avevo mai ben inquadrato: il campo metaforico di gran lunga più diffuso nei miei sogni è quello delle mani.
Mani congelate. Che sentono un gran freddo. Mani infilate in un paio di guanti (e non a caso odio infilare le dita nei guanti, di qualsiasi tipo essi siano). Mani che schiacciano grilletti che non vorrebbero schiacciare – questo soprattutto anni fa. Mani, in particolare, che spesso non seguono quanto il cervello ordinerebbe loro. Mani che agguantano, impugnano, infilano, accartocciano, spingono, estraggono, appendono. A volte sgangheratamente, altre in modo più ferreo. In realtà sono solo mani piene di stimoli.
Can anyone help me?
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2 hanno detto la loro:
un bravo psichiatra? ;-)
Secondo me rispecchiano la tua CONCRETEZZA....mmmmmmhhh
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