4.12.05

Tutto quello che avremmo voluto dire, ma che non abbiamo mai osato proferire

Mi devi scusare per il disordine, la mia donna delle pulizie ha vinto 168 milioni di dollari alla lotteria e mi ha chiesto un giorno libero

Ho recuperato dopo molto tempo "Melinda e melinda", uno degli ultimi film di Woody Allen.
Anzi, prima dell'appena uscito "Match point", in assoluto l'ultimo film, datato 2004.

L'ho trovato squisito. Oltre che esilarante, a tratti. Anzitutto perché non c'è lui di mezzo.
Poi perché è uno di quei film - come tutta la scrittura di Allen, d'altronde - che sono imprescindibili perché tengono un modello, fanno da timone, tirano la linea di un filone (quello della commedia semiseria in salsa tragisentimentale) tanto battuta quanto, molto spesso, impoverita da scritture di basso livello e idee da quattro soldi.

Allen ha stile, assoluto. Non è un Genio. Per nulla. E' un Maestro.
[In merito a questa considerazione vi invito a leggere - il link è qui di lato - la mia recensione dell'ultimo film di Pupi Avati, "La seconda notte di nozze"].

E poi riesce molto spontaneamente a mettere in bocca ai suoi personaggi un elemento molto semplice: fa loro dire tutto quello che anche noi avremmo voluto dire, ma non abbiamo mai osato pronunciare.
[E chi vuol cogliere il calembour, lo colga].

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