25.2.06
Shake your hands, say theremin
Clara Rockmore al Theremin
Certo che uno che suona il theremin un che di sciamanico ce l'ha proprio.
Ed è anche un po' ridicolo da guardare.
M'è capitato proprio ieri sera durante un concerto di Vinicio Capossela (potete leggerne la recensione qui): Vincenzo Vasi (programmazione e theremin, appunto) è davvero in gamba.
Però il theremin, primo strumento elettronico in assoluto ideato nel 1919 dal russo Leon Theremin e perfezionato l'anno dopo, è affascinante oltre che piuttosto difficile da suonare.
Prima di tutto sembra di suonare l'aria - e in effetti la mano, che funziona da condensatore variabile, interviene sui segnali radio che vengono trasmessi dalle due antennine di cui è costituito lo scatolone. Quindi: si suona l'aria.
In realtà l'aria si suona sempre, ma attraverso procedimenti differenti.
Poi tutto avviene - caso sostanzialmente unico nell'ambito etnomusicologico - senza contatto.
Nel senso che, appunto, il musicista sembra più una fattucchiera in procinto di interrogare la sua palla di vetro piuttosto che un artista.
Questo bislacco strumento è stato fruttuoso in molti ambiti: dalle colonne sonore ("Io ti salverò" di Alfred Hitchcock) a band come i Supergrass fino al grande Jean Michel Jarre.
Due chicche: esiste un documentario interamente dedicato al theremin e alla sua storia, intitolato "Theremin: an electronic odyssey" firmato da Steve M. Martin che ha vinto il Sundance nel 1994.
E poi, nel mitico "The song remains the same", il film dei Led Zeppelin, si intravede un Jimmy Page che "giochicchia" col theremin.
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1 hanno detto la loro:
Ma l'avevi visto questo?
D'altronde è impossibile non rimanerne affascinati.
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