4.11.06

Domande per casa

"Ma le valutazioni letterarie, quelle degli specialisti tanto quanto quelle dei dilettanti, hanno, possono avere un fondamento oggettivo? o addirittura razionale? Sono mai qualcosa di diverso da giudizi soggettivi e arbitrari, del tipo "Mi piace, non mi piace"? Per contro, accettare che il giudizio critico sia inesorabilmente soggettivo, condanna fatalmente a uno scetticismo totale e a un tragico solipsismo?"

Ecco: ho trovato il cruccio che mi rovinerà la giornata.
Ci mancava solo questo.

2 hanno detto la loro:

LeLait ha detto...

Lasciare un'opera al relativismo assoluto significa darla in pasto agi squali. Esiste un fondamento oggettivo comune, sul quale si poggia la distinzione del bello e del brutto. Il bello ed il brutto esistono in se. Sono universali. Poi il relativismo 'relativo' soggiunge al momento in cui nel giudizio vi rientrano considerazioni riguardanti la morale, la storia, l'ideologia polica, la religione. E allora si passa a dire che non si è daccordo con l'opinione dell'autore, ecc. ecc. Ma nelle sue fondamenta un opera rimane prettamente un fatto di estetica che in primo luogo deve essere giudicato come fatto estetico oggettivo.
Smettila di crogiolarti e fatti vivo ogni tanto:)

LeLait ha detto...

.... dimenticavo... visto che ti sei incagliato su questo punto ti do un altro motivo di cruccio letterario... Mi riferisco al canone. Chi e quando si è deciso che shakespear deve essere studiato nelle scuole. Perchè ci sono determinate opere che vanno ad entrare nel canone ed altre che nonostante un gran successo poi sono svanite nell'oblio. Perchè si continua a celebrare l'educazione sentimentale quando fondamentalmente non piace a nessuno. Allora per cosa si è deciso che è una grande opera. E il fattore estetico di cui parlavo prima? In bocca al lupo....
AH AH AH AH AH ahahahahaha....