30.11.07

AMOR FOU: POP(OLARE) NEL CUORE, COL BRIVIDO SULLA SCHIENA

"La sera è amara e senza stile / se una ragazza chiede soldi per ballare / nera come cronaca e sublime / come l'errore". Amor fou. Pronunciatelo, il nome di questa super-band milanese nata dall’incontro di quattro salvifiche anime della musica nostrana. Scanditelo. Piano. Immaginatelo sulle labbra della carnosa femmina in copertina. E vedrete che – da solo – vi sussurrerà tutte le sfumature di uno dei dischi italiani più belli di questo (prolifico) 2007 in via di archiviazione.

C’è un pugno di lettere dal presente-appena-passato, dentro “La stagione del cannibale”. Un album spietato e senza scampo del vivere neoborghese, così come s’è configurato dai primi anni Settanta fino a oggi. Soprattutto: dell’amore contemporaneo. Dall’esplosione delle passioni che univa i diversi alla standardizzazione del nuovo millennio, che fa di tutto per incastonare in quelle del mercato anche le dinamiche affettive. “Ora è molto facile andare via chiamarsi fuori / tenetela per voi la società che non si muove”. In bilico fra cinismo e delusione. La voce sfibrata di Alessandro Raina cataloga nei versi tanti ingialliti ritagli di giornale.E li scannerizza dentro arrangiamenti minimal, con spruzzi di elettronica appena passata ma estremamente sensuale, ritmiche calde e toni bassi, vellutati.

C’è il miglior cantautorato nostrano. Tutto. Tenco, Paoli, anche Gaetano in certi passaggi. De André ne “La strage”. I nuovi cantautori Baustelle. Ma l’approccio è diverso. Il respiro musicale è aperto, largo, internazionale. Senti la title-track. Notwist, per esempio. Pop(olare) nel cuore, col brivido sulla schiena. Come ne vorremo tutti i santissimi anni, per esempio.


LA FORMAZIONE Quartetto milanese
La stagione del cannibale” è il primo disco degli Amor fou, pubblicato da Homesleep e distribuito da Audioglobe. La band nasce a Milano, nel 2005, dall'incontro di quattro musicisti: Cesare Malfatti, fondatore dei La Crus; Alessandro Raina, voce, già collaboratore dei Giardini di Mirò; Leziero Rescigno, batteria, che ha suonato con Sye Medway Smith (Howie B, Bjork), 24 Grana, Mara Redeghieri. Luca Saporiti, basso e chitarre, anima del progetto Lagash.


Dal numero di dicembre di Inside Italia-The Living Art Magazine © 2007 Guido Talarico Editore

7 hanno detto la loro:

silvia ha detto...

mo' me li vado ad ascoltare...

Anonimo ha detto...

ma chi c.z.o li conosce! ma 'ndo vai a prenderli sti gruppi?

Anonimo ha detto...

ai primi due ascolti non mi è minimamente piaciuto.. ma poi è diventato indispensabile ascoltarlo in determinate giornate.
E' delicato e regale nel trattare determinati argomenti a volte troppo scomodi e spigolosi di una storia e un passato neanche troppo passato che sono lì ad aspettarci appena giriamo l'angolo.. come dicevo prima, il tutto fatto con una semplicità e classe da far invidia.
sicuramente tra le canzoni preferite "se un ragazzino appicca il fuoco". ma a me, in verità, piaccion tutte.

buona serata

Simone ha detto...

Si, condivido l'osservazione Amira. Speriamo non sia un progetto one-shot. Ma non credo.

silvia ha detto...

eleganza, profondità, schiettezza. testi e musica che ti entrano dentro. un po' afterhours, ma più intimisti. un po' baustelle, un po' sinigallia. e un po' forse niente di tutto ciò, ma solo amor fou.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

good start