Spietate parabole da un altro pianeta. Il nostro.
Una specie di piccolo Vangelo dell’Italia come miracolo. Nel senso di Italia come nazione che - non si capisce come - ma riesce a tirare avanti. Pur avendo abbandonato interi territori, interi settori economici e di pubblico interesse, intere e sciagurate esistenze in pasto alla prospettiva zero di un circolo vizioso chiamato camorra.
Il sesto film di Matteo Garrone – esteticamente altrettanto spietato, con la solita fotografia livida ed ecchimotica cui ci ha ormai svezzato - si apre con una sparatoria ritmata dall’angosciante colonna sonora neomelodica napoletana. Un solarium. Un teatro degli orrori. Che basta quel fucsia del titolo a scaraventarti in pasto ai pescecani coi “pezzi”. Ed estrae progressivamente dalla docu-fiction di Roberto Saviano alcuni fili, alcuni nuclei narrativi che poi sviluppa in parallelo. Senza un ordine apparente. Senza l’urgenza di intrecciare o incastrare. Senza un inizio e una fine precise, ma sfumate nell’impenetrabile fabuloso. Come, appunto, nelle parabole. Che d’altronde raccontano pezzi di vite straordinarie segnate da eventi straordinari.
C’è Totò (Salvatore Abruzzese), tredicenne messo di fronte a un mondo che non capisce fino in fondo. Nel quale, però, combatte. Nel quale affoga le sue paure di bambino. O con noi, o contro di noi. C’è Franco (Toni Servillo, il miglior attore italiano al momento, insieme a Elio Germano), che intossica le terre di Campania raccattando veleni dal Nor. L’importante è che sia tutto clean. C’è Pasquale (Salvatore Cantalupo), caposarto che confeziona i vestiti delle dive a 25 euro al pezzo e che si vende ai cinesi. Signore Pasquale, duemila euro a lezione. E poi c’è la coppia di sbandati che sogna maldestramente di imporsi sul clan locale. Giocando una battaglia di fascinazione e folle fantasia. C’è Don Ciro (Gianfelice Imparato), il contabile delle Vele, che distribuisce stipendi e sostegni alle famiglie dei camorristi carcerati. Non sono fatto per la guerra, io no. E c’è anche il neolaureato Roberto (Carmine Paternoster), braccio destro di Franco, nelle mani del quale è riposto un devastante messaggio di speranza. Io sono diverso da te.
È un film – come sono i film di Garrone – che non hanno alcun interesse al didascalismo. Piuttosto, credono ancora, con una fede commovente, nel potere straziante dell’immagine: icastica, essenziale, ultimativa e universale. Che spiega senza spiegare. Che ti dice: “Si, è così. Ed è anche peggio. E nessuno te lo aveva mai fatto vedere così efficacemente, al cinema. Dopo, c’è solo la realtà”. C’è poco da fare: il nuovo neorealismo è quello del regista romano. Le storie di oggi sono già troppo complicate e drammatiche per appesantirle con un’estetica e un approccio analitico. L’analisi, semmai, deve innescarsi dal procedimento opposto: lavorare di fino. Togliere, scarnificare e scaraventare in faccia. Una radiografia, più che una fotografia, della nostra biutiful cauntri ridotta allo stremo.
C’è una diagnosi, quindi, che emerge prorompente, anche sotto il profilo dei personaggi: lo Stato non esiste. Non c’è il volto – se non di sguincio – di un poliziotto. Non c’è quello di un medico. Non c’è un professore. Non c’è un vigile urbano. Non c’è un assistente sociale. Non c’è un’associazione di volontariato. Non c’è uno che non condivida. Se la camorra diventa welfare, allora la carne è ormai infetta e il corpo quello di un moribondo.
C'è però un altro Stato. C’è un'altra nazione, nel seno della Nazione. C’è un’altra etica, un’altra missione, altre regole. Un mondo parallelo che succhia ininterrottamente da quello sano, scippandogli sangue, figli e futuro. Ce lo ha spiegato nel dettaglio uno di ventinove anni. Ce lo ha iniettato in vena – come non aveva mai fatto nessuno, lontano dai romanzi criminali e dalla retorica che tutto edulcora – un quarantenne. Una generazione si muove. Si muovano anche le altre.
© 2002 - 2005 Extra! Music Magazine. Tutti i diritti riservati.
22.5.08
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
| Torna su ↑ |
2 hanno detto la loro:
anche cannes ha riconosciuto il grande valore di questo film. dopo me lo vado a vedere.
Brava!
Qui, tutti gli altri premi:
http://www.xtm.it/DettaglioCinema.aspx?ID=7066
Posta un commento